Ambientato nell’incredibile scenario delle Grotte di Frasassi, uno dei percorsi sotterranei più grandiosi e affascinanti al mondo, Grotto è il tentativo, vano, di essere una commedia avventurosa che racconta l’incontro tra una misteriosa creatura, abitante delle grotte, e cinque bambini con i loro piccoli, grandi, problemi.
Vincitore del Giffoni Film Festival 2015 nella categoria Elements +6, Grotto, che ha per protagonisti un gruppo di cinque ragazzi preadolescenti, vuole narrare la difficoltà di un bambino nei rapporti di amicizia, tra buoni sentimenti, suspance e risate. Sono presenti tutti i personaggi stereotipati del genere: dal secchione che fa di tutto per essere accettato al bambino mangione e rotondetto, sino ai bulletti e alla ragazzina decisa e coraggiosa che cambia le sorti del gruppo e si innamora del leader di turno.
Scritto con pochissimo brio e girato alla buona, il film dovrebbe avere, visto che da il titolo alla pellicola, come protagonista e come anima della storia, appunto Grotto, una stalagmite vivente dagli occhioni azzurri che abita le profondità della Terra, si muove strisciando e si esprime solo attraverso suoni gutturali. Eppure il simpatico abitante delle Grotte di Frasassi realizzato in CGI, compare davvero poco e diviene soltanto il modo per alleviare la tensione delle sequenze e per ridimensionare i dialoghi, a volte davvero troppo eruditi per ragazzini di quella età.
Strane risultano alcune scelte registiche: ogni forma di azione avviene in fuori campo. Svenimenti, cadute, risse o altri momenti in cui avviene qualcosa non sono inquadrati, al massimo se ne sente il rumore mentre è inquadrato chi lo guarda e poi ne viene mostrato l’esito. Micol Pallucca non riesce nell’intento di mostrarci una vera avventura per ragazzi, ripiegando l’intera storia sui problemi che affliggono i protagonisti e sui presunti cambiamenti che l’incontro con Grotto provocherebbe al gruppo.
Grande protagonista del film è lo splendido e suggestivo scenario. Le maestose Grotte di Frasassi sono il nemico naturale, il carceriere che priva i ragazzi della libertà, e allo stesso tempo l’utero materno che li nutre e li culla fino a che non tornano a vedere la luce.
Catalizzatore, osservatore muto delle dinamiche interpersonali dei piccoli protagonisti, con i quali imparare a comunicare diventa fondamentale per la loro sopravvivenza, Grotto è sicuramente un personaggio empatico che risulterà gradevole per un pubblico di giovane età, che troverà divertenti alcune gag molto semplici, ma anche la storia di amicizia che si viene a formare all’interno della grotta.
Commento finale - 50%
50%
Un po mistery, un po fantasy e un po dramedy, Grotto è l'italianissimo tentativo di portare sul grande schermo le avventure di una stalattite vivente dagli occhioni blu che parla solo attraverso suoni gutturali. Peccato che Grotto, che dovrebbe essere il protagonista e anche la parte più interessante del film, sia presente molto poco nell'opera e che sia solo il pretesto per parlare, ancora una volta, dei "problemi" dei cinque ragazzini protagonisti.