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Girls, la serie HBO che in Italia ci stiamo perdendo

Girls,  la serie HBO che in Italia ci stiamo perdendo e davvero non dovremmo. Tutto o quasi quello che penso di Girls.

Quello che state per leggere è il mio racconto, o chiamatela visione personalissima, non oggettiva e supersoggettiva,su Girls, una di quelle che sono diventate le mie serie tv preferite, quelle a cui mi sono affezionata, con cui mi sono immedesimata, per cui ho riso, pianto, mi sono incazzata, di cui sento la mancanza, da cui accuso una certa dipendenza.

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La prima volta in assoluto che ho visto la prima puntata di Girls è stato anni fa: nel 2012. Ero alla ricerca di una serie da vedere e Girls era stata appena rilasciata. La prima volta che ho visto la prima puntata di Girls ho pensato che non fosse la serie per me. Iniziava con una ragazza grassoccia che si presentava alla porta di un tizio dall’aspetto strano, che la prendeva e la metteva a pecora sul divano dopo aver incontrato i genitori in un ristorante che le avevano appena annunciato di volerle tagliare i fondi per costringerla a mettersi veramente in gioco nella scrittura. Così. La prima puntata mi aveva lasciata così, un po’ stranita. Tra l’altro io cercavo una serie che avesse almeno qualche stagione completata e Girls era appena iniziata, quindi non mi dava quello di cui avevo bisogno. La prima volta che ho visto Girls, ho pensato che non me ne fregava niente e l’ho dimenticata.

Sono passati anni, ho visto altre serie e poi Girls mi si è ripresentata davanti agli occhi. Era il momento giusto: cercavo una serie con almeno qualche stagione completa, ero momentaneamente disoccupata, avevo tanto tempo a disposizione ed avevo già visto tutto quello che volevo vedere.

E’ iniziata la mia storia con Girls.

Girls è una serie statunitense targata HBO (e in genere HBO non delude, mai), scritta, prodotta e interpretata da quella stessa ragazza fuoriforma che viene messa a pecora sul divano all’inizio della prima puntata della prima stagione, Lena Dunham. E quella ragazza avrebbe potuto essere ognuno di noi. Ognuno di noi tra quella moltitudine di persone, che non sa di essere una moltitudine, che si sente solo, spaesato, che non ha idea di che fare nella vita, che vuole provare tutto, che si sente non capito, che ha degli amici sfigati allo stesso modo, da salvare e da cui farsi salvare.

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In America, Girls ha fatto il botto appena uscita, portata avanti dai media come la novità più brillante dell’anno perché era “la voce di una generazione”, era divertente, ed aveva un’eroina che niente ha a che fare con le solite fighe a cui siamo abituati. E soprattutto racconta veramente una generazione, la generazione che si è ritrovata negli anni a confrontarsi e a complessarsi davanti ai vari 90210, Sex and the City, Gossip Girl. Racconta di quella generazione di “sfigati” che poi tanto sfigati non sono visto che sono la massa. E per una volta questi “sfigati” possono sentirsi parte di qualcosa.

In Italia la situazione è imbarazzante: le prime due stagioni sono state acquistate da MTV, quindi, chi ha avuto il giusto tempismo ha potuto godersele in tv, rispettivamente nel 2012 e nel 2013, dopodiché il buio. Io da brava ritardataria che fa sempre tutto all’ultimo momento in preda agli impulsi, sono riuscita a vedere tutte e 5 le stagioni in streaming sul sito HBO in lingua originale e sottotitolate. Ero talmente in crisi d’astinenza dopo la 4 stagione, che ho seguito gli aggiornamenti direttamente dal profilo Instagram di Lena Dunham e appena rilasciata la 5 stagione in America l’ho seguita in contemporanea. Sempre in preda alla crisi d’astinenza ho anche cercato disperatamente la serie in blu-ray (mi sarei accontentata anche dei dvd) ma per quanto riguarda l’Italia siamo messi molto male: ho trovato la serie sottotitolata anche in inuit ma per il pubblico italiano (almeno adesso) non c’è speranza se non ordinarsela a caro prezzo e senza sottotitoli (il sito della HBO nemmeno spedisce in Italia al momento). Quindi per il momento se siete interessati, dovrete ingegnarvi.

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Ma torniamo a noi, cos’è che mi ha appassionato di questa serie? In genere, la mia capacità di immedesimazione coi personaggi è molto forte, e se non mi immedesimo sento con loro una forte empatia, per cui (tanto per dirne qualcuna) mi sono sentita la sorella di Dexter e al tempo stesso lui, ho fantasticato sulle vite luccicanti dei vari Beverly Hills 90210, Gossip Girl, Sex and the City, avrei voluto essere Sookie Steackhouse e ritrovarmi in quel casino che è Bontemps ed avere tutti quei dubbi tra chi scegliere (e ce li ho avuti sul serio) tra Bill Compton, Eric Northman, Alcide Herveaux e pure quel poveraccio di Sam Merlotte, anche se ho profondamente odiato Sookie trovandomi in perfetta sintonia con quella strafiga di Pamela Ravenscroft (o De Beaufort). Insomma tutte fantasticherie. Con Girls, ovvio la cornice cambia, non sarò mai la mente brillante di una Lena Dunham che va a vivere a New York, però nel mio piccolo c’è la stessa ansia di vivere, di capirci qualcosa, di voler dire con la faccia da schiaffi “nessuno mi può giudicare”, o gridare “Nessuno può odiarmi più di quanto mi odi io, capito?”.

Girls non è la solita americanata, è più english. Non è una serie superficiale e ( a dispetto del titolo) non è una serie solo per ragazze. Ovvio, il punto di vista è femminile ma non siamo ai livelli di Sex and the City. Girls è cinica (come i suoi personaggi), e ben rappresentativa della dura realtà, che non è quella delle feste, dei brunch, delle sfilate di moda. Non bisogna indagare su qualche mistero o sconfiggere un nemico: bisogna vivere. Le puntate sono piuttosto brevi, mediamente 25 minuti, e succede sempre qualcosa di estremamente importante nella vita della protagonista e del suo gruppo di amici. Qualcosa di urgente e di così normale che è quello che capita nella vita di tutti i giorni.

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E poi vuoi mettere che la protagonista non è la solita strafiga con cui mettersi in competizione? Hanna è sovrappeso, pigra, affetta da un disturbo ossessivo compulsivo, a volte depressa, altre euforica ed iperattiva, dice sempre, sempre, sempre, quello che pensa e si fa odiare per questo. Non è una persona facile da avere per amica. Non sa esattamente cosa sta facendo nella sua vita e dove vuole andare. Come non lo sanno i suoi amici. Il ragazzo strambo della prima puntata è Adam, interpretato da Adam Driver (sì, Kylo Ren de “Il Risveglio della Forza“) una vera testa di c**** , di quelli che prenderesti a pugni in faccia, e di cui però ti innamori perché scopri che dietro quella faccia, dietro a quel ragazzo problematico, ex-alcolista, c’è un cazzone ma anche una bella persona e allora ti immedesimi anche con lui.

La cosa bella è che, se fino almeno alla terza stagione Hanna e i suoi problemi sono il centro gravitazionale di Girls, dalla 4 stagione assistiamo ad una evoluzione ben più matura di tutti i personaggi che iniziano a farsi conoscere ancora meglio e ci svelano anche i loro di problemi, e allora ci identifichiamo anche con loro, riusciamo a riconoscerli meglio, tutto questo fino ad arrivare a puntate interamente dedicate a un solo personaggio che non sia Hanna.

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C’è Marnie ad esempio: Allison Williams l’attrice più bella del cast in assoluto. Marnie sembra avere una vita quasi perfetta, col suo fidanzato, Charlie (Christopher Abbott) che fa di tutto per compiacerla. Ma per Marnie arriva un punto in cui non è più sufficiente e allora bum tutto esplode e Marnie non è più la ragazza bella dalla vita perfetta e già predefinita: Marnie esce fuori dagli schemi con varie svolte improvvise, perché Marnie vuole credere nel sogno ma capisce anche quando quel sogno la sta allontanando da quello che vuole veramente. Nella 5 stagione, anche il personaggio di Shoshanna (Zosia Mamet) esplode: quella che pensavamo fosse la ragazzina stupida e superficiale, che va avanti solo grazie al supporto dei genitori, che vive la sua vita come se fosse una dei personaggi di Sex and City, si butta nella mischia e accetta un lavoro a Tokyo che la cambia totalmente. La città del Sol Levante la distrugge e la fa risorgere dalle sue ceneri, diventa una città in cui diventa invidiabile vivere, “è come vivere nella vagina di Katy Perry”; Shosh subisce il fascino indelebile di Tokyo (che chi ha avuto la fortuna, come me, di viverci per un po’ sa riconoscere) e allo stesso tempo la sua potenza distruttrice: quella città che sembra il paese dei balocchi, di cui ti innamori ma che ha quel qualcosa che repelle, come se ti avesse mangiata, masticata, ingoiata e poi vomitata. E allora Shoshanna sente che quello non è il suo mondo e deve tornare a casa. Ma una volta tornata non riconosce più quella che era casa sua e deve ancora una volta reinventarsi.

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E Jessa (Jemima Kirke), che credo sia il personaggio complementare di Adam, anche lei in cura come ex tossico dipendente e alcolista, anche lei con una faccia da schiaffi: la detesti con tutta te stessa eppure non puoi non capirla. Jessa è quella che all’inizio è la sbandata del gruppo, quella che c’è ed improvvisamente sparisce per seguire il suo istinto. Quella che le altre ragazze adorano, odiano, invidiano. Personaggio forte e fragile allo stesso tempo che però trova un suo equilibrio nella 4 stagione, mostrandosi in un certo qual modo anche saggia.

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Elijah (Andrew Rannells), un personaggio minore ma comunque ricorrente in tutte le 5 stagioni, ex-ragazzo del college di Hanna, gay, ha anche lui le sue puntate speciali nella 5 stagione, dopo aver fatto da spalla ad Hanna per tanto tempo. Elijah è il personaggio che porta una certa leggerezza tra i personaggi maschili di Girls e non si può non volerlo come amico. E’ Elijah che stempera quella pesantezza che contraddistingue i maschi di Girls: quella di Ray (Alex Karpovsky), ad esempio, che forse ha più rabbia nei confronti della vita di Adam. Incredibilmente intelligente, costantemente alla ricerca di capire gli altri e i loro deplorevoli comportamenti, è un musone che riesce comunque ad innamorarsi della persona sbagliata. E Desy (Ebon Moss-Bachrach), uomo triste e patetico che entra nella vita di Marnie per poi lasciarla perché è in grado di pensare solo a se stesso. E Fran (Jake Lacy), un ragazzo talmente pacato, preciso, pignolo, che per una “disadattata” come Hanna potrebbe sembrare un punto fisso e di riferimento, qualcuno che rappresenti la non precarietà. Un impegno insomma, qualcuno che la faccia sentire normale. Talmente diverso, che quello che la attraeva è la stessa cosa che la repelle, un personaggio talmente diverso da questa “banda di matti” che non capisce, perché chi non è come loro non può capire.

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Girls è una serie comica, ironica, sarcastica, dura, realistica, la ami e la detesti allo stesso tempo, si lascia vivere. Ti fa innamorare di un personaggio e ti porta a detestarlo nella puntata dopo. Non è mai uguale a se stessa. E questo perché gran parte del materiale usato proviene dalle reali esperienze di Lena Dunham, che sono molto simili alle esperienze di noi tutti.

Girls sta arrivando alle sue battute finali con la 6 ed ultima stagione che verrà rilasciata l’anno prossimo ed è una serie che non si può perdere, anche con tutte le sue complessità e frustrazioni. Anche perché Girls è quella serie che, come dice Hanna/Lena di se stessa, “So any mean thing someone’s gonna think of to say about me, I’ve already said to me, about me, probably in the last half hour!”, e quindi chi se ne importa se non è politicamente corretta, se ci sbatte in faccia la realtà e se qualche volta si rende insopportabile: quello che conta è che tutto questo ci rispecchia.

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4 commenti

  1. Sei stata cosi convincente..che ho dovuto leggere la tua recensione….e…sei stata cosi piacevolmente esplicativa da farmi venire la curiosità..e la voglia di iniziare a vedere girls…..xo ora ho un grosso problema….dove la guardo che non ho la tv….???
    Cmq…sei stata molto brava..mi hai catturato….bacii

    • Ciao Sonia, grazie per il passaggio Silvia sarà felice di leggere il tuo commento 😉

      • questa serie televisiva mi è entrata nel cuore..la adoro in tutto e per tutto. Mi piange il cuore sapere che manca l’ultima puntata e poi è finita, ma quello che mi fa rabbia e che non si riesce a trovare da nessuna parte..vorrei trovare tutte le puntate dalla prima stagione alla sesta con i sottotitoli in italiano..nessuno sa dove posso trovarle? sembra una cosa impossibile ho provato a cercare dappertutto..sono disperata..

        • Ciao Eleonora. Ben felice di sapere che non sono l’unica disagiata😂. Se hai letto il mio articolo, avrai capito che non sei la sola ad avere questo problema. Ti dico un segreto: l’anno scorso ho scritto a Lena Dunham sul suo profilo instagram. Ovviamente non ha risposto, non credo nemmeno che abbia letto. Ancora me ne vergogno 😂

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