Friend Request – La morte ha il tuo profilo, una versione contemporanea e tecnologica di The Ring e Final Destination
Il film thriller-horror Friend Request – La morte ha il tuo profilo nasce nell’era di Facebook, Twitter, Snapchat e Instagram, l’era in cui postare uno stato o una foto è diventato più importante di vivere il momento stesso, in cui apparire è l’unica cosa che conta.
Friend Request è la storia di una ragazza popolare, Laura, che decide di accettare l’amicizia della strana ragazza della scuola, Marina. Laura Woodson (Alycia Debnam-Carey), amata da tutti e dolce per indole, inizialmente asseconda la ragazza, ma in seguito al suo diventare sempre più opprimente ed ossessiva, decide di toglierle l’amicizia, sia su Facebook che nella vita reale. Il conseguente suicidio di Marina inizia ad innescare una serie di eventi drammatici e uccisioni che rendono la protagonista sempre più sola e circondata da un vuoto opprimente.
Questa pellicola, recitata da attori dalla faccia pulita e simili a surfisti appena usciti dall’acqua dell’oceano sulla propria tavola, ci fa riflettere su quanta dipendenza possano creare i social network al giorno d’oggi. Ormai tutta la nostra vita è condivisa sui social, tutto ciò che facciamo, vediamo e pensiamo. Il mondo sembra andare avanti a passo di tweet e tag e la sua dipendenza è un fatto serio e da non sottovalutare. Coloro che sono leggermente diversi rischiano di essere presi di mira dai cyber bulli e l’avere amici su Facebook non significa di conseguenza avere veri amici nella vita senza wifi. Ovviamente, essendo un film dell’orrore, il tutto è estremizzato, ma è questo quello su cui dobbiamo riflettere una volta terminato. La pellicola può essere interpretata come un miscuglio moderno di The Ring, celebre film del 2002, e Final Destination del 2000. Un pizzico di ragazza strana, un goccio di persone destinate a morire, qualche spruzzata di 2016 e tecnologia, et voilà, ecco Friend Request. La storia scorre senza scatenare troppa paura ma solo qualche attimo di suspense e curiosità, come il finale, vero momento sorprendente della pellicola, che spiazza e stupisce.
Commento Finale - 76%
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Un thriller sulla dipendenza e la solitudine che possono creare i social media. La storia scorre senza scatenare troppa paura ma solo qualche attimo di suspense e curiosità, come il finale, vero momento sorprendente della pellicola, che spiazza e stupisce.