Debutto fiabesco per la 34enne Caterina Carone che dirige un malinconico Christian De Sica e un’anomala “Regina Cattiva” Lucia Mascino in Fräulein – Una Fiaba d’inverno. Una gigantesca tempesta solare si abatte sulla Terra provocando sbalzi di corrente e blackout e travolgendo Regina, scontrosa zitella da tutti chiamata Fräulein, a causa dell’arrivo di un misterioso turista 60enne, smarrito e dai modi gentili.
Al suo debutto in un lungometraggio, Caterina Carone, regista e sceneggiatrice di Fräulein – Una Fiaba d’inverno, ha sviluppando il soggetto da cui è nato il film partecipando allo Script Lab della Film Fund & Commission dell’Alto Adige come autrice. La storia, infatti, è ambientata a pochi passi da Bolzano, sull’altopiano del Renon, un luogo che contribuisce a restituire la sospensione tipica della fiaba, dove si muovono, si incontrano e si scontrano i due protagonisti, Lucia Mascino e Christian De Sica.
In un paese privo di coordinate spazio-temporali, sommerso dalla neve e dal ghiaccio, accomunato al resto del pianeta dalla tempesta solare incombente, parafrasi della tempesta emotiva che può avvolgere l’animo umano, si muovono i nostri protagonisti, bloccati dalle loro amarezze e da chissà quale esperienza precedente. Lei: una donna spigolosa, sola e da tutti chiamata ‘fräulein’ in senso dispregiativo, inteso come zitella. Mai un sorriso per Regina, vestita come un camionista, perennemente attaccata a delle audiocassette di meditazione e continuamente in compagnia dell’amata gallina Marilyn. Lui: Walter Bonelli, infantile, malinconico uomo che dal nulla spunta davanti all’ingresso del suo hotel con un giubbotto giallo canarino e un trolley.
“C’era una volta”, così prende vita la “fiaba d’inverno” della regista marchigiana, che con una vera e propria coming of age story, chiama i suoi personaggi a maturare, a crescere nonostante l’età adulta e a prendere di petto la vita. De Sica e la Mascino funzionano molto bene come coppia sul grande schermo, i loro personaggi sono ben delineati e facilmente raggiungibili dal pubblico. La fotografia, aiutata dalle ambientazioni che fanno da sfondo al film, è il fiore all’occhiello della pellicola che sorretta da una sceneggiatura semplice ma efficace riesce a centrare l’obiettivo.
Sviluppato su un registro da commedia lieve che riesce però a far riflettere, Fräulein – Una Fiaba d’inverno ci regala un buon De Sica, lontano finalmente dai ruoli da cinepanettone in cui siamo abituati a vederlo e una storia sui buoni sentimenti, sulla forza dell’amicizia e sugli incontri inaspettati che possono cambiare il corso delle nostre vite.
Commento finale - 65%
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Fräulein - Una fiaba d'inverno
Opera prima della regista Caterina Carone, Fräulein - una fiaba d'inverno, è una storia d'amicizia che può, con la sua forza e inaspettatamente, cambiare il corso delle nostre vite. Semplice, delicata, a tratti poetica, la pellicola ha dalla sua parte una fotografia "naturale" esaltata dai luoghi che fanno da sfondo alla vicenda e due protagonisti molto forti sorretti da una buona sceneggiatura, che rende la commedia una favola moderna in cui i sentimenti imprevisti possono mutare il corso delle nostre vite aprendoci a mondi inesplorati.