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Festa del Cinema di Roma 2016 incontro ravvicinato con Tom Hanks

Affabile, sornione, simpatico e con le doti del vero intrattenitore: Tom Hanks stupisce ed incanta pubblico e critica durante la conferenza stampa e il primo dei vari Close Encounters organizzati in occasione dell’undicesima stagione della Festa del Cinema di Roma 2016: dieci giorni per nutrirsi di buon cinema ed ascoltare i racconti di personaggi dello spettacolo che narrano aneddoti, ripercorrono carriere e rendono omaggio alle proprie retrospettive. Questo è il caso di Hanks: l’attore non esita a scherzare su tutto e tutti, abbandonandosi ad improvvisate imitazioni di altri colleghi, simulando accenti italo – americani e riflettendo – in modo assolutamente personale – di politica (soprattutto straniera), cinema e vita.

Preferirei stare con i miei nipoti piuttosto che perdere tempo con Monda. I bambini sono più divertenti di Fellini. Trump? Perchè voi Berlusconi?

Confessa di non rivedere spesso i suoi film, e che quando lo fa… nota come straordinariamente non siano affatto cambiati; ammette di sentirsi un uomo e un attore fortunato, perché ha avuto la possibilità di essere sul mercato per molto tempo riscuotendo sempre un gran successo, confermando come il segreto sia nascosto nella longevità (artistica, in questo caso specifico). Quest’anno la Festa del Cinema sceglie di dedicare una retrospettiva al suo “mito americano” di ieri e di oggi attraverso la proiezione di alcuni dei suoi intramontabili cult, mentre in modo del tutto parallelo si celebra la politica americana, le sue contraddizioni e come il cinema le abbia analizzate da sempre: cosa pensa Hanks della condizione politica attuale?

Dopo aver criticato, tra una battuta e l’altra, le dichiarazioni di Trump e il suo modello controverso di tycoon e uomo politico, parte da una citazione per arrivare una forte conclusione: l’ignoranza non è solo politica, ma soprattutto generale; è vero che la verità rende liberi, e l’ignoranza altro non è che assenza di libertà.

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Per quanto riguardo il suo mestiere d’attore, invece, delinea alcuni tratti base del suo “metodo”: davanti ad una sceneggiatura valuta ciò che lo colpisce del personaggio o della narrazione in generale, non esitando ad anteporre un “no” ad un “sì”, perché accettare rimane comunque più facile (basti pensare soltanto ad un fattore economico), ma ci sono scelte che si svincolano da mere questioni di egoismo finanziario e sono, al contrario, strettamente connesse con la bontà dell’opera d’arte. Forse anche questo è uno dei motivi che lo spinge, di solito, a non scegliere ruoli da villain: non perché abbia paura di restare vincolato ad un personaggio “forte” (rischio che corre anche dopo aver interpretato, per ben tre volte, il professor Robert Langdon), oppure sia connesso alla sua voglia di interpretare personaggi “morali” eredi della tradizione americana; piuttosto, lo attrae l’idea di poter rappresentare le mille sfaccettature complesse di un personaggio, rinnovando sé stesso attraverso ogni ruolo che si pone lungo il suo cammino. Il mistero, secondo Tom Hanks, è il carburante per l’attore, e quando si esaurisce c’è bisogno di rivitalizzarlo; forse anche per tale motivo ha scelto di dedicarsi – parallelamente – alla carriera da regista e produttore, ambiti specifici dove non bisogna limitarsi soltanto ad accettare un compito, piuttosto richiede una maggiore acquisizione di responsabilità convincendo la gente ad accettare contrattare, a svolgere dei compiti, fornendo anche ad altre persone valide delle occasioni che solo con lungimiranza e saggezza si può prevedere in anticipo.

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About Ludovica Ottaviani

Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Classe 1991, da più di una decina d’anni si diverte a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Si infiltra nel mondo della stampa online nel 2011, cominciando a fare ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Tom Hiddleston, Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.

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