Dopo il divertente e distruttivo primo capitolo Gerard Butler e Aaron Eckhart tornano al cinema con “Attacco al Potere 2”, un seguito che promette di essere altamente esplosivo nonostante la totale scomparsa dal progetto del regista Antonie Fuqua.
Affidata la cabina di regia all’iraniano Babak Najafi, salito alla ribalta internazionale con Sebbe (2010) e Snabba Cash II (2012) con protagonista Joel Kinnaman, il progetto “Attacco al Potere 2” presenta le stesse meccaniche narrative del suo predecessore ma ne amplifica gli spazi e gli ambienti attraverso una spassosa e devastante caccia al presidente degli Stati Uniti d’America in quel di Londra. Sostituiti i terroristi nord coreani con i più canonici e folli integralisti pakistani, e abbandonata la Casa Bianca, il film porta la violenza e la distruzione al centro della capitale britannica per un attacco sovversivo di una precisione, esagerazione e facilità di successo che ha ben pochi precedenti nella storia del cinema d’azione.
Film muscolare, ricco d’azione e pallottole con l’unico obbiettivo di offrire un intrattenimento solido al suo spettatore. Il regista al suo esordio hollywoodiano non sente, intelligentemente, la necessità di alterare una formula che si è rivelata vincente con il capitolo precedente. “Attacco al Potere 2” è un film d’azione figlio diretto di pellicole anni ’90 dove uccidere il cattivo e mettere in scena una scanzonata propaganda sugli Stati Uniti erano sinonimo di sicuro successo.
Un prodotto genuino e senza pretese che si prende fin troppo sul serio nel tentativo, sufficientemente riuscito, di ridicolizzare se stesso. Pellicola dall’evidente atteggiamento esplosivo offre un intrattenimento compatto e ben confezionato. Il suo difetto è la sua stessa forza: nessuna voglia di stupire ma solo di divertire.