Vincitore del Leone d’Argento all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, del Future Film Digital Award ed in corsa come Miglior film d’animazione ai prossimi premi Oscar, Anomalisa, secondo film da regista del “folle” sceneggiatore-autore americano Charlie Kaufman, è un film d’animazione con la tecnica stop-motion che racconta una storia in cui si esplora la mente umana fin dove gli altri non arrivano, tutto sotto forma di una storia d’amore.
Senza uscire quasi mai da una stanza, un corridoio e un bar affollato da gente indifferente, ambienti che identificano il non-luogo per eccellenza, l’albergo, Charlie Kaufman vaga e ci permette di scorazzare nella mente confusa di un uomo mangiato dalle sue ossessioni, Michael Stone che dopo aver messo la sua faccia su milioni di copertine rischia di rimettercela, letteralmente. Si, perchè tutto nel film è fatto apposta per non mascherare la finzione dei pupazzi: le loro giunture, che in genere vengono rimosse digitalmente, qui sono mostrate senza alcun ritocco, consapevoli che tutti noi siamo pupazzetti animati in stop-motion, mossi dai medesimi fili, fino a quando un evento inaspettato, un’anomalia che qui si chiama Lisa, Anomalisa appunto, non sembra tagliarli, illudendo il protagonista di aver ritrovato in essa se stesso. Per questo tutti appaiono con le stesse facce e le stesse voci maschili (Tom Noonan), con un espediente straniante ma di grande effetto, come se Stone fosse affetto proprio da quella sindrome di Fregoli che impedisce a chi ne soffre di riconoscere chiunque abbia davanti. Tutti tranne lei. Quella di Lisa, è l’unica voce che suona diversa, melodiosa, interessante alle orecchie di Michael.
Dopo pochi minuti ci si dimentica di trovarsi davanti a un film d’animazione: la trama è matura, entrano in scena routine, carriera, solitudine; di “magico” c’è poco, mentre la realtà la fa da padrona. La sceneggiatura è perfetta, i dialoghi sono ironici e dal carattere profondo, tutto riesce a farti entrare nella storia, e a farti sentire come loro, come quei pupazzi protagonisti, ma più umani di molti uomini veri. Difficilmente consolatorio, Anomalisa è un film che racconta della solitudine in mezzo alla moltitudine, delle piccole e grandi bugie che ci raccontiamo, delle illusioni di cui a volte viviamo. Due personaggi che mutano con l’evolversi della storia, che si arricchiscono a vicenda come spesso accade nelle storie d’amore, per poi ritrovarsi infelici come prima. Anomalisa è dunque un film d’animazione per adulti, una storia d’amore che lascia l’amaro in bocca.