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Alps – Recensione – Un Film di Yorgos Lanthimos

Dal regista di The Lobster, dopo 5 anni dalla sua apparizione alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva nelle nostre sale Alps, progetto complesso e singolare che evidenzia l’aria buona che sta tirando nella nuova cinematografia ellenica.

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2011, dove ha ottenuto il premio Osella per la miglior sceneggiatura, Alps racconta di alcuni individui che, dietro compenso economico, offrono una forma di conforto singolare ai parenti dei defunti: si sostituiscono temporaneamente allo scomparso nella vita quotidiana. A comporre il gruppo, troviamo l’infermiera, la ginnasta, il suo allenatore e, alla guida dell’operazione, il leader, il paramedico, che si fa chiamare Monte Bianco e richiede ai suoi soci una rigida disciplina: i membri del gruppo, per fornire un servizio ottimale, devono ricoprire i ruoli più svariati, identificarsi completamente con i morti da sostituire, ispirarsi al loro temperamento da vivi, studiare e provare la parte nei minimi dettagli.

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Le Alpi, perché qualsiasi montagna delle Alpi può sostituirne un’altra ma non viceversa. Lanthimos, con un ritmo lento, ma che funziona come un imbuto, conduce per mano lo spettatore all’interno del suo micro-mondo quasi allucinato, sospeso tra l’umorismo più macabro e una violenza sopita, trattenuta che prima o poi esploderà. L’elaborazione del lutto, il tentativo di colmare un vuoto, il non voler guardare in faccia la realtà, il tema della perdita e del dolore, ci sono tutti gli elementi per emozionare. E invece no, tutto è trattato in un modo freddo, grottesco, una specie di teatro dell’assurdo.

Alps sa giocare con le aspettative del suo pubblico. Non svela infatti tutte le sue carte, ma lavora per piccoli dettagli e per brevi informazioni. Lo spettatore si trova infatti a dover capire, soprattutto nella prima parte, se in un determinato momento uno dei membri di Alps stia vivendo la propria vita o magari stia recitando una parte. Ma che fare se ad un certo punto si inizia a perdere il controllo sulle proprie azioni e si inizia a voler diventare davvero la persona da sostituire?

Spingendosi più in là, rompendo le regole, si annulla la propria identità fino a confonderla. Con il rischio di non ritrovarla più. E’ quello che accade a Monte Rosa che, ormai, non fa più parte della società. Ed ha solo due possibilità: continuare la recita della giovane tennista, quella che aveva intrapreso da sola. Ma la società nel frattempo l’ha saputo e sostituita con la ginnasta. Oppure tornare a casa sua, quella vera (o almeno quella che sembra casa sua). Monte Rosa non può vivere la sua vita vera, ha bisogno di essere qualcun altro.

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Opera spiazzante, decisamente non per tutti i gusti, ma originale e ricca di spunti su cui discutere, Alps è avvolto, per tutta la sua durata da una freddezza e una recitazione quasi straniante, che non può che lasciare addosso a chi lo guarda un senso di fastidio e di sporcizia. Interessante.

 

Regia: Yorgos Lanthimos Con: Ariane Labed, Aggeliki Papoulia, Aris Servetalis, Johnny Vekris Anno: 2011 Durata: 93 min. Paese: Grecia Distribuzione: Phoenix International Film
Dal regista di The Lobster, dopo 5 anni dalla sua apparizione alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva nelle nostre sale Alps, progetto complesso e singolare che evidenzia l'aria buona che sta tirando nella nuova cinematografia ellenica. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2011, dove ha ottenuto il premio Osella per la miglior sceneggiatura, Alps racconta di alcuni individui che, dietro compenso economico, offrono una forma di conforto singolare ai parenti dei defunti: si sostituiscono temporaneamente allo scomparso nella vita quotidiana. A comporre il gruppo, troviamo l’infermiera, la ginnasta, il suo allenatore e, alla guida dell’operazione, il…
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Alps

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2011, dove ha ottenuto il premio Osella per la miglior sceneggiatura, Alps racconta di alcuni individui che, dietro compenso economico, offrono una forma di conforto singolare ai parenti dei defunti: si sostituiscono temporaneamente allo scomparso nella vita quotidiana. L'elaborazione del lutto, il tentativo di colmare un vuoto, il non voler guardare in faccia la realtà, il tema della perdita e del dolore, ci sono tutti gli elementi per emozionare. E invece no, tutto è trattato in un modo freddo, grottesco, una specie di teatro dell'assurdo. Opera spiazzante, decisamente non per tutti i gusti, ma originale e ricca di spunti su cui discutere, Alps è avvolto, per tutta la sua durata da una freddezza e una recitazione quasi straniante, che non può che lasciare addosso a chi lo guarda un senso di fastidio e di sporcizia.

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About Federica Rizzo

Campana doc, si laurea in Scienze delle Comunicazioni all'Università degli Studi di Salerno. Web & Social Media Marketer, appassionata di cinema, serie tv e tv, entra a far parte della famiglia DarumaView l'anno scorso e ancora resiste. Internauta curiosa e disperata, giocatrice di Pallavolo in pensione, spera sempre di fare con passione ciò che ama e di amare follemente ciò che fa.

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