Nato come un documentario sulle aquile, e poi trasformato in un film di finzione, arriva al cinema Abel – Il figlio del vento, storia toccante che racconta la straordinaria amicizia tra un bambino e un’aquila. Una favola di scoperta, destinata sicuramente ad un pubblico molto giovane.
Presentato in anteprima nazionale durante la 46 esima edizione del Giffoni Film Festival, in concorso nella categoria Elements+10, Abel – Il figlio del vento è una favola di scoperta e di crescita che racconta la storia di Lukas un bambino che ha un difficile rapporto con il padre e che si incolpa della morte della madre, e Abel un aquilotto cacciato dal suo nido dal fratello e cresciuto e addestrato dallo stesso Lukas. Una profonda amicizia che regalerà al ragazzo serenità e coraggio e che permetterà al piccolo aquilotto di crescere e spiccare il volo verso le più alte vette alpine.
Nato inizialmente come un documentario sulle aquile e trasformato, due anni dopo, in un racconto di finzione, Abel – Il figlio del vento racconta la toccante e avvincente amicizia tra un bambino e un’aquila. Come in una favola, la voce fuori campo del personaggio interpretato da Jean Reno ci porta alla scoperta della natura e del suo interminabile ciclo in cui si snodano forza, vita e morte: in questo contesto un atto di amore e di amicizia sovverte questa catena e realizza l’impossibile, aprendo alla vita sia Lukas che Abel. Lukas è interpretato con intensità dal giovane Camacho (già premiato con il Goya in Spagna come miglior attore rivelazione), che sostiene senza difficoltà il rapporto scenico con Tobias Moretti, il padre, e soprattutto con Jean Reno, che presta con misura il suo viso forte al guardacaccia Danzer, voce narrante del film. È un piccolo cast di tre soli personaggi immersi nella forza della montagna, sovrastati ora dalla presenza e ora dall’assenza dell’aquila.
Interamente girato sulle Alpi, tra l’Austria e il Parco dello Stelvio, il film è dominato dal mondo della natura in cui Lukas e Abel vivranno immersi insieme per un’estate, legati uno all’altro in un rapporto fatto di fiducia e accudimento, che farà crescere entrambi fino al difficile momento di spiccare il volo da soli.
Snodandosi intorno a grandi silenzi ed immensi paesaggi, Abel – Il figlio del vento troverà in un pubblico di giovanissimi l’audience ideale. Come nelle favole, la morale è evidente: il ragazzo e l’aquila hanno bisogno l’uno dell’altro ed entrambi devono riuscire ad allontanarsi dal nido per poter crescere e spiccare il volo.
Commento finale - 45%
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Abel, il figlio del vento
Nato inizialmente come un documentario sulle aquile e trasformato, poi, in un racconto di finzione, Abel - Il figlio del vento racconta la toccante e avvincente amicizia tra un bambino e un'aquila. Come nelle favole, la voce fuori campo del personaggio interpretato da Jean Reno ci porta alla scoperta della natura e del suo interminabile ciclo in cui si snodano forza, vita e morte: in questo contesto un atto di amore e di amicizia sovverte questa catena e realizza l’impossibile, aprendo alla vita sia Lukas che Abel. Il film si snoda intorno a grandi silenzi ed immensi paesaggi, sorretto da pochi dialoghi che lo rendono più idoneo ad un pubblico di giovanissimi che si sicuramente apprezzeranno questa storia di scoperta.