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Yellowbird di Christian De Vita – Recensione film

Yellowbird, cartone animato firmato da Christian De Vita, già collaboratore di artisti di fama internazionale quali Tim Burton e Wes Anderson, arriva finalmente in Italia direttamente in home video. Spazia su grandi temi quali la diversità e la crescita, raccontati piacevolmente attraverso un’animazione ambiziosa.

“Yellowbird” è sicuramente una buona pellicola d’animazione. La trama è molto semplice, una favola classica, raccontata senza particolari innovazioni o virtuosismi. Il film è lineare, facile da seguire per i bambini. Nonostante la semplicità, l’attenzione cala a tratti, ci sono scene prive di interesse e troppo lunghe che in un contesto tale finiscono per annoiare. Spesso c’è una ripetizione di situazioni e battute, ma in un prodotto per bambini non è percepito negativamente. L’aspetto estetico è notevole, si percepisce l’esperienza di De Vita nell’animazione. Il colore è usato brillantemente, così come la luce, che uniti in alcuni punti dell’opera ci regalano davvero delle scene di forte impatto visivo. I personaggi non sono particolarmente brillanti o originali, così come le situazioni. Alcuni episodi sembrano quasi ispirarsi ad altri film d’animazione, un esempio sono le scene di Parigi, con situazioni e azioni che rimandano vagamente a “Ratatuille”, per fare un esempio.

Gli espedienti narrativi non sono particolarmente innovativi, ma per il target dovrebbero funzionare. Il messaggio che porta alla fine è molto educativo, probabilmente una delle cose migliori. Con questa favola impariamo a non temere il nostro nemico (gli uccelli di ferro), abbandonare i pregiudizi e trarre utilità da ciò che ci spaventa. Se fosse stato approfondito di più questo tema magari il cartone avrebbe potuto puntare più in alto e distinguersi. Purtroppo si dà la precedenza ad altri aspetti, relegandolo all’ordinario. La sceneggiatura è valida, i dialoghi sono a tratti molto divertenti, così come alcune situazioni davvero esilaranti. Brillano alcune scene di forte comicità anche se la maggior parte delle battute sono probabilmente mirate ad un pubblico più adulto.

Nel complesso è godibile, forse più per piccoli che per gli adulti. Non si grida al capolavoro né al fallimento, resta una pellicola ordinaria, semplice, senza troppe pretese e ambizioni. Date le grandi esperienze del regista ci si poteva aspettare di più ma questo non lo rende un brutto film, solo normale.

About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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