Dal regista di Marilyn, Simon Curtis, interpretato dal premio Oscar come miglior attrice protagonista per The Queen – La regina, Helen Mirren, Woman in Gold è la toccante storia vera di una donna, Maria Altmann, che decide di lottare per riavere indietro un dipinto, Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Gustav Klimt, detenuto indebitamente, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea, la sua.
Woman in Gold è un film che torna a parlarci dell’Olocausto e dei nazisti, stavolta con gli occhi di una donna, raccontandoci una storia particolare nel tragico capitolo della storia austriaca e delle più terribili atrocità commesse all’ombra della Seconda Guerra Mondiale. Helen Mirren dona corpo e anima nell’interpretare Maria Altmann, una donna acuta, delicata, divertente, irriverente, riuscendo a passare velocemente dal registro ironico a quello drammatico. La strana coppia Mirren-Reynolds (il giovane e fascinoso avvocato che aiuterà Maria Altmann nel riavere ciò che le appartiene), che ricorda da vicino il film Philomena con Dench-Coogan, funziona benissimo donando all’opera una vivacità e due punti di vista opposti per storia e per generazione.
Giocato su flashback che ripercorrono la storia della giovane Maria, una bravissima Tatiana Maslany, Curtis fa parlare, in queste scene, gli attori in tedesco per dar maggiore credibilità e per affrontare il tema dell’appartenenza alla nazione da cui si proviene fino ad una scena in cui il padre di Maria, nel salutare sua figlia, dice “And now I speak in English, the language of your future”. D’altro canto la storia non può che conquistare per le sue implicazioni storiche, e per la giustapposizione tra il nuovo mondo, rappresentato da Los Angeles, e il vecchio mondo, quello di Vienna, volutamente intrisa di tradizione e passato.
Basato su un viaggio emotivo nel passato e negli orrori dell’olocausto,Woman in Gold è un onesto e commovente omaggio a chi dai nazisti fu spogliato di tutto finendo per pagare con la vita la propria identità. Il film non è solo una storia di giustizia, ma è una memoria che ci insegna a non dimenticare le grandi tragedie che sono accadute e che accadono del mondo: non si può restare indifferenti, ma bisogna conoscere, lottare e parlare per non commettere più, gli errori del passato, nel futuro.