Alla sua seconda opera cinematografica (Guy and Madeline on a Park Bench, 2009), il giovane regista e sceneggiatore statunitense Damien Chazelle fa centro con Whiplash attraverso un argomento a lui caro, il mondo della musica. Sorretto da una sceneggiatura tagliente, una colonna sonora da sballo e ovviamente interpretazioni convincenti, il film ha fatto incetta di nomination ai prossimi Oscar (Miglior Film, Miglior attore non protagonista, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior Montaggio e Miglior sonoro). Candidature che sono solo la punta dell’iceberg di premi ed onorificenze conquistate in tutto il globo.
Caratterizzato da un incipit narrativo non proprio originale, il film ci propone due protagonisti agli antipodi, un giovane batterista che insegue il successo (Miles Teller – Andrew Neiman) e il professore frustrato (J.K. Simmons – Fletcher), entrambi alla ricerca del affermazione personale tramite l’ abnegazione e sacrifici senza mezzi termini. Un’opera potente che si candida fin da oggi ad essere ricordata come una delle pellicole ambientate nel mondo della musica tra le migliori degli ultimi anni. Questo grazie ad una scrittura perfetta che nonostante gli innumerevoli cliché narrativi, impossibile per esempio non paragonare il Fletcher di J.K. Simmons al Sergente Maggiore Hartman di Ronald Lee Ermey, è abile nel fondere e citare indirettamente molti dei più grandi film hollywoodiani che fanno dei sacrifici della carne e della vittoria la loro colonna portante (Rocky). Sceneggiatura che insieme al meraviglioso utilizzo del commento sonoro e delle splendide interpretazioni formano il cerchio di un film vitale ed indimenticabile.
Un’opera capace di mettere d’accordo critica e pubblico, avvincente, atrocemente divertente ma anche drammaticamente vera. Un colpo di frusta al il cuore dello spettatore incapace di togliere gli occhi dallo schermo.