“Mi sembrava interessante che la protagonista fosse una donna che prende in mano la sua vita e dalla provincia va in Iraq dove alla fine comprende le ragioni dell’altro e anche le sue e capisce cosa stava distruggendo la sua vita e la sua storia d’amore.” Parla così il regista Gianluca Maria Tavarelli del film Una storia sbagliata che segna il suo ritorno al cinema dopo l’esperienza del 2006 con Non prendere impegni stasera.
In effetti Stefania, la protagonista del film, interpretata in modo molto intenso da una splendida Isabella Ragonese è una donna con un grande dolore che parte per una missione umanitaria pur non avendo nessuno scopo umanitario: quello che la spinge è la rabbia, la voglia di avere delle risposte alle sue mille domande. In realtà il viaggio e la storia personale della protagonista finiranno per farle scoprire un mondo che non è poi tanto diverso da quello da cui proviene, la aiuteranno a scoprire cose che pensava di sapere ma che si riveleranno diverse da quelle che immaginava: uno spazio che esiste e caratterizza anche i rapporti tra gli individui. Il viaggio in Iraq diventerà l’occasione per esplorare se stessa, di andare a fondo alla sua storia d’amore e alle ragioni che stavano distruggendo il suo matrimonio con Roberto – interpretato da Francesco Scianna – ragioni che fino a quel momento non poteva comprendere.
Di Una storia sbagliata (dal titolo della canzone di De Andrè che Roberto dedica a Stefania ad inizio film) colpisce il tocco delicato del regista che affronta con sensibilità temi molto delicati e una sensibilità di scrittura che mostra i personaggi in tutte le loro sfaccettature e in giochi di chiaro-scuro tipici di chi affronta un viaggio dentro se stesso e fuori da se e alla fine del viaggio si riconosce negli occhi dell’altro, perché in fondo “tutti i Sud del mondo si somigliano”.