La trilogia del trasportatore si arricchisce di un quarto capitolo, grazie alla volontà di Luc Besson di raschiare il più possibile il fondo del barile nonostante l’uscita di scena del protagonista indiscusso della saga, Jason Statham (I Mercenari). Non pago degli scarsi successi ottenuti con la serie televisiva con Chris Vance, “Transporter: The Series”, qualitativamente appena sufficiente, il regista e produttore francese rimescola le carte in tavola affidando la regia a Camille Delamarre e imponendo come terzo trasportatore quel belloccio e fighetto di Ed Skrein. Un bamboccio senza arte né parte completamente lontano da un ruolo che gli sfila via come una scarpa slacciata.
Contraddistinto da esagerazioni e tamarrate di primo livello, “The Trasporter Legacy” ha il solo pregio di non prendersi troppo sul serio grazie anche alla prova gigioneggiante di Ray Stevenson, unico realmente all’altezza, e splendide fanciulle spesso scosciate. Con una struttura a metà strada tra il circo e il fumetto, questo quarto episodio fallisce là dove i suoi predecessori avevano colpito il cuore dello spettatore: “assenza di adrenalina”.
Dialoghi al limite del ridicolo e personaggi stereotipati, ne fanno un prodotto vuoto, utile per farsi qualche sana risata in compagnia ma attenzione, potrebbe generare insopportabile irritazione.