Il trailer può facilmente trarre in inganno. Suite Francese può essere etichettato facilmente come ” la solita storia d’amore in un contesto ostile alle relazioni”. Fortunatamente i pregiudizi vengono spesso smentiti.
Saul Dibb ha realizzato una trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Irène Némirovsky degna dei suoi precedenti lavori (”La Duchessa” e ”Bullet Boy” pellicole ben salde nella cinematografia mondiale). Il film si sviluppa in due blocchi: uno iniziale, in cui inserisce lo spettatore all’ interno della storia e del contesto narrativo attraverso un ritmo lento; e uno finale, in cui un omicidio spinge letteralmente il pedale dell’accelerazione narrativa. Ovviamente la linea di collegamento del film è la storia d’amore tra i due, facilmente intuibile fin dalla locandina.
Ciò che colpisce dell’opera è la meticolosità con cui Saul Dibb racconta il contesto della Francia durante l’occupazione nazista. Emerge una ricerca dei dettagli curata nei minimi particolari. Spiccano subito all’occhio dello spettatore gli abiti e le scenografie. Non da meno è la sceneggiatura, scritta dal regista insieme a Matt Charman, in cui già dai dialoghi si nota la repulsione che si prova verso l’invasore. Chiaramente il tutto è ben rappresentato da un cast perfettamente ben orchestrato. Ottimo il cast, Michelle Williams, mostra tutte le fragilità di una donna e moglie in attesa di un ipotetico ritorno del marito, Kristin Scott Thomas è terribilmente perfetta mentre Matthias Schoenaerts volge ben il ruolo di soldato tedesco alle prime esperienze in uniforme. Il film perfetto per tutti coloro che hanno letto il libro e/o per chi vuole andare al cinema non per evadere ma per crescere.