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SpongeBob – Fuori dall’acqua di Paul Tibbitt – Recensione Film

Siamo negli anni ’90.
Un bel giorno, un Biologo Marino (Stephen Hillenburg) che si diletta anche nel disegno, partorisce uno dei personaggi più surreali mai concepiti da una matita. Non contento, crea dei co-protagonisti altrettanto deliranti e li colloca tutti insieme in una città sommersa chiamata Bikini Bottom, situata da quache parte sul fondale dell’Oceano Pacifico.

Non ancora soddisfatto dell’atmosfera già sufficientemente folle, sconvolge ulteriormente le leggi della Fisica:
Gli abitanti di Bikini Bottom lavano i piatti, si fanno la doccia ed il bagno, bevono acqua e altre bibite da bicchieri e bottigliette, vivono avventure nel deserto e sopravvivono alle inondazioni (Si. vivono sempre e comunque in fondo all’Oceano) Inoltre, friggono patatine fritte e mangiano Krabby Patty caldi preparati da Spongebob grazie alle istruzioni contenute in una misteriosa ricetta segretissima.

Dopo oltre un decennio di delirii, La spugna di mare più amata e i suoi compagni tornano per la seconda volta sul grande schermo. Se nel 2004 gli autori ci avevano fatto il dono di una trama e di David Hasselhoff, in “SpongeBob– Fuori dall’acqua” assisterete all’apoteosi del non-sense:

– Il pirata Barba Burger (Antonio Banderas che parla con i gabbiani) bramoso di passare il resto della vita a piastrare hamburgers;
– Delfini Illuminati che sorvegliano l’Universo (motivo per il quale non riescono a trovare il tempo di andare in bagno) e sognano di cambiare lavoro e diventare fate madrine;
– Scenari postapocalittici alla Kenshiro;
– Arcobaleni e gattini.

In realtà, la parte “fuori dall’acqua” è limitata nel tempo e destinata, con tutta probabilità, ad incentivare la scelta della visione in 3D e l’acquisto di una valanga di nuovi gadgets: Nuove armature, nuovi superpoteri e…Super addominali.

A proposito di gadgets, vorrei aprire un ironica e semi-seria parentesi polemica.

Diciamolo, senza un degno accompagnatore adulto pervaso da nobile spirito pro-demenziale, i più piccoli non riescono bene a cogliere i preziosissimi messaggi diseducativi del Film (specialmente quelli alimentari) QUINDI la prossima volta o mi date la spugna gadget, che baratterò con la merenda, o a fine proiezione porterò tutti i bimbetti a rovinarsi al fast food più vicino.

Per noi eterni Peter Pan è sempre un po’ brutto sentirci “in più”. Vogliamo il portachiavi e vogliamo la programmazione serale nei Cinema. Ecco.

Detto questo, buona visione a tutti. Saranno grasse, grasse risate.

 

 

About Giovanna Trantino

Sicula & terrona doc, da piccola le piaceva disegnare, scrivere e cantare. Adesso canticchia, disegnicchia e scribacchia prima, durante e dopo la visione di Film e Serie Tv. Ogni tanto si aliena con pellicole dalle imponenti colonne sonore, libri di fantascienza e graphic novels. Siccome i soldi le fanno schifo, recentemente si é anche iscritta ad un corso d'Inglese per pippe. Sogna di indossare le vesti di una supereroina dei manga giapponesi e di rubare un vestito color cipria a Scarlett Johansson. Talvolta entra dentro i centri scommesse e si trasforma in una Logopedista. Scrive da pochissimo per Daruma, fondamentalmente perché le piace sindacare, polemizzare e chiacchierare di Cinema e dintorni.

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