Se il primo capitolo scritto e diretto da Scott Derrickson, qui in veste di sceneggiatore in collaborazione con C. Robert Cargill, con protagonista la stella hollywoodiana Ethan Hawke, ha sufficientemente rinverdito il genere grazie alla capacità di sottomettere l’utilizzo dei soliti cliché al proprio scopo narrativo, con “Sinister 2” la stessa formula si presenta annacquata e insipida.
Il caro e vecchio buon Bughuul, l’uomo nero che nell’aspetto ricorda molto Michael Jackson, torna al cinema senza l’ausilio della sorpresa. Nel precedente episodio lo spettatore era mosso dalla curiosità di scoprire cosa fosse, come agiva e come sceglieva le sue vittime, mentre in questo nuovo terrore è tutto purtroppo già scritto. Ci sono interessanti intuizioni come i nuovi mini-film degli omicidi, caratterizzati da ottime sequenze, ma l’insieme è purtroppo macchiato da uno sviluppo poco felice.
Patetiche le interpretazioni dei protagonisti dall’ex vice sceriffo (James Ransone) alla bella Shannyn Sossamon (Courtney Collins) è tutto sbagliato. Sarà forse anche colpa del doppiaggio italiano, molto sottotono, tutto profuma di forzato e solo nelle prove attoriali dei piccoli protagonisti il cast si rivaluta.
Il ritorno dello spirito maligno è un mediocre film horror, di quelli che possono trovare il consenso dei fan più accaniti del genere o degli spettatori con poche pretese. “Sinister 2” è un lontano parente di un primo episodio vietato in America ai cardiopatici al quale aggiunge veramente poco di nuovo e, proprio come il finale del film, era meglio fermarsi prima e non aggiungere nulla alla storia.