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Premonitions di Afonso Poyart - 01

Premonitions di Afonso Poyart- Recensione Film

Dopo 13 anni di revisioni e false partenze “Premonitions” ha ottenuto il finanziamento ed è stato realizzato in maniera indipendente, ed è arrivato nelle sale cinematografiche. La pellicola, che rientra nel filone del thriller paranormale, vorrebbe aprire un acceso dibattito tra moralità e umanità: nel toccare un tema come l’eutanasia, le domande sulla vita, il destino e il diritto di vivere, si è cercato di toccare tanti argomenti provocatori.

Premonitions è soprattutto il viaggio intimo di tre personaggi il dr.Clancy, Joe e Katherine e le componenti emotive delle loro storie sono i maggiori punti di forza del film. L’agente dell’FBI Joe Merriwether è un uomo sicuro si sé, attaccato alla famiglia e nasconde un tragico segreto. John Clancy è invece un uomo che si è ritirato dal lavoro e si è chiuso in se stesso. Il personaggio di Clancy riprende vigore dopo aver conosciuto Katherine, la collega di Joe, scettica fin nel midollo riguardo all’esistenza di poteri psichici e abilità di preveggenza. Charles Ambrose, serial killer, appare solo dal terzo atto: è un killer invisibile e sconosciuto, in grado di controllare persone ed eventi. È lui che orchestra la maggior parte dell’azione del film e la sua complicata serie di discussioni intrappola tutti i personaggi.

Non è un prodotto da effetti speciali ingombranti nonostante le visioni, anche se gli effetti visivi hanno un ruolo predominante. Nelle intenzioni dei creativi di Premonitions, c’era la voglia di creare qualcosa che andasse contro il classico taglio visivo dei film sui serial killer o di genere soprannaturale e probabilmente è qui che risiede la mancanza di questa pellicola: gli elementi del genere ci sono, le scene “reali” e quelle delle visioni si equilibrano bene, ma c’è qualcosa alla fine che lascia non pienamente soddisfatti, non in preda alla tensione o all’ansia, forse si sobbalza sulla poltrona un paio di volte.

Non adatto ai poco impressionabili perché li lascia con l’amaro in bocca. Forse è un prodotto più adatto per il mercato home video.

 

 

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