Home / RECENSIONI / Avventura / Pixels (3D) di Chris Columbus – Recensione Film
Pixels (3D) di Chris Columbus - 02

Pixels (3D) di Chris Columbus – Recensione Film

Caratterizzato da una narrazione semplice quanto lineare Pixels è un operazione nostalgia discretamente riuscita nel tentativo di legare le citazioni del mondo videoludico anni 80 alla commedia demenziale di Adam Sandler. Il risultato è un film piacevole capace di offrire del leggero intrattenimento cinematografico nonostante gli evidenti limiti narrativi dovuti ad una sceneggiatura basata quasi completamente su gag e citazioni e molto poco sullo spirito d’avventura del suo regista. Effettivamente se c’è una cosa che proprio non funziona in Pixels è la fusione di due stili cinematografici opposti tra Chris Columbus (regista) e Adam Sandler, anche produttore del film con la sua Happy Madison oltre che attore protagonista. Nonostante l’influenza del regista dei primi due capitoli di Harry Potter sia abbastanza percettibile, principalmente nel tentativo di presentare allo spettatore una linea narrativa decente, la pellicola non è perfettamente in equilibrio tra i due modi diversi di intendere il cinema.

Liberamente ispirato all’omonimo cortometraggio di Patrick Jean, Pixels, invade i cinema estivi attraverso la riproduzione di un sogno di milioni di adolescenti degli anni 80: vivere le avventure dei videogame nella realtà. Ci riesce sufficientemente attraverso un esilarante invasione aliena a colpi di citazioni e gag spesso piacevoli che tuttavia sono alla completa portata solo degli spettatori Over 30. Per il pubblico più giovane infatti non sarà facile comprendere molte delle chicche nascoste. Non privo di difetti tra i quali l’inserimento di videogiochi ancora non disponibili nel 1982 (Paperboy, Duck Hunt, Tetris e altri), che sconfessano in parte lo script narrativo, il film si affida ad una narrazione ed intrattenimento leggeri nel impossibile tentativo di non scontentare nessuno. Confezionato come un prodotto per ragazzi e altamente consigliato solo ai loro genitori.  Terza dimensione non fondamentale.

Solo per chi è cresciuto negli anni 80, gli unici in grado di comprendere il genio dietro la banalità della narrazione. Per tutti gli altri è un possibile e piacevole diversivo estivo.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

Guarda anche

trap-recensione-film-copertina

Trap – Partita di scacchi per Shyamalan – Recensione

Trap – Recensione del thriller di M. Night Shyamalan con uno strepitoso Josh Hartnett ora …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.