Dopo tre anni dal primo capitolo, le Barden Bellas tornano ad intonare le loro voci melodiose in Pitch Perfect 2, sequel del fortunatissimo Pitch Perfect che è diventato film cult tra gli amanti del genere.
Il rischio, molto alto, era quello di ripetersi e non riuscire ad eguagliare le caratteristiche che hanno portato Pitch Perfect a raccontare ironicamente e con grande successo il fenomeno televisivo delle storie di cantanti (da cui nascono i molti talent show a tema) per prendere in giro tutti e nessuno. Problema scampato: il sequel, con il cambio di regia, affidata a Elizabeth Banks – che veste anche nuovamente i panni dell’esilarante commentatrice televisiva, esperta di canto a cappella Gail – riesce a divenire ancora più irriverente sparando a zero su ogni tipo di argomento, su tutti gli stereotipi sociali e anche sulla politica con un umorismo che rovescia comicamente equilibri solitamente delicati o usuali.
Spinti radicalmente in secondo piano i toni da commedia romantica, protagonisti di Pitch Perfect 2 sono i rapporti tra le ragazze, nessuna esclusa, e la gestione della sfida creativa con la new entry Hailee Steinfeld che rappresenta il futuro delle Bellas, tutte ormai prossime alla laurea. La chiave del successo di questo capitolo due si deve senza alcun dubbio alla scelta di calcare la mano anziché limitarsi a replicare i toni e le gag del primo. Il discorso di carattere sessuale si fa più esplicito, senza malizia, così come esce allo scoperto la furia razzista e bigotta di John (John Michael Higgins), ma è nella caratterizzazione pesantemente stereotipata degli avversari sul campo, i tedeschi Das Sound Machine, che il film mette la propria firma.
Spinto da un concentrato di canzoni famose, qui rielaborate con ottimi arrangiamenti acustici, tra cui Jungle di XAmbassadors and Jamie N Commons, A Place With No Name di Micheal Jackson and Dr. Freeze, All of Me e l’inedito Flashlight di Jessie J e aiutato dalla grinta trascinatrice di Ciccia Emy – Rebel Wilson, Pitch Perfect 2 riesce a saziare il target di riferimento trovando nel collettivo al femminile la sua vera espressione.