“Sono soddisfatta del lavoro svolto e nell’aver realizzato questo film che non ha avuto vita facile. E’ nato e morto diverse volte e prima di vederlo compiuto sono passati 4 anni. Sono una persona inquieta, e ho voluto cimentarmi con un aspetto diverso della mia professione. Una volta che ti esponi, devi essere pronta a tutto, anche beccarti le critiche.” Parla così Veronica Pivetti del suo esordio alla regia e della trafila che Nè Giulietta, nè Romeo ha dovuto affrontare prima di arrivare nelle nostre sale.
Il film, che affronta una storia di “normale amministrazione” per questi anni 2000, ha come protagonisti indiscussi gli adolescenti, e al contempo lo sono anche gli adulti che cercano di rimanere al passo con i propri figli e nipoti. Andrea Amato, Carolina Pavone e Francesco De Miranda, nei panni degli adolescenti alle prese con la missione di diventare adulti sono convincenti, soprattutto il personaggio della Pavone al suo esordio sul grande schermo, e riescono a trascinare anche il pubblico più anziano nel loro mondo, che oscilla dall’euforia alla disperazione in pochi secondi. Più caricaturali invece i personaggi adulti: dal padre psicanalista che se ne esce con frasi ad effetto, alla nonna fascista non meno imbarazzante nel suo rievocare i fasti del ventennio.
Con un linguaggio moderno e realistico Nè Giulietta, nè Romeo tocca molteplici temi, tutti però orbitanti attorno al concetto di coming out, seguendo il travagliato periodo di passaggio di un giovane omosessuale che intende rivelarsi al mondo. La narrazione risulta ridondante in alcuni punti e a tratti sembra perdere il suo reale intento. Il risultato finale è una commedia che con leggerezza affronta il tema di un viaggio, un on the road alla ricerca di se stesso per il protagonista più giovane e un viaggio alla ricerca del figlio/nipote per ritrovare loro stesse per le due protagoniste un po’ più adulte.