Con un cast ricco di stelle holywoodiane, “Natale all’improvviso” di Jessie Nelson, è la commedia agrodolce natalizia di quest’anno. Piccolo dramma di una famiglia che, come tutte, ha i suoi problemi ma si sforza di passare le festività insieme agli altri, nascondendo tutto quello che non va nella loro vita. Dovrebbe intenerire lo spettatore, farlo riflettere, invece lascia un po’ confusi e insoddisfatti.
Primo problema: ci sono troppi personaggi. E’ giusto che si voglia parlare di più membri di una famiglia, offrendo più sfaccettature, ma presentare in modo soddisfacente tutti questi personaggi è impossibile. Veniamo a contatto con tutti prima attraverso una fastidiosa voce fuori campo (che nel finale si rivela ancora più fastidiosa di quanto non fosse prima), che ci svela tutto quello che dobbiamo sapere su di loro, poi li seguiamo nelle loro vicende. Non mostra, racconta. Ci avviciniamo ai personaggi già conoscendo tutto quello che poi dovrebbe costituire lo sviluppo della trama.
Il cast a dir poco stupefacente non fa miracoli e anzi, è sprecato. E’ bella per esempio la chimica tra Olivia Wilde e Jake Lacy, “rovinata” dalla loro la storia, troppo stereotipata, affrettata e sdolcinata. Tra Alan Arkin e Amanda Seyfried invece è il contrario: mentre la loro sottotrama, la vicenda del mentore e della sua allieva, è la più convincente, la strana attrazione tra i due non convince. Diane Keaton invece interpreta lo stesso ruolo ormai da tempo immemore e anche qui non si smentisce, regalandoci la solita mamma/nonna nevrotica e in crisi.
La trama è inutilmente deprimente, poiché manca in quello a cui la commedia agrodolce dovrebbe puntare: connubio perfetto tra tristezza e ironia. E’ proprio l’ironia la grande assente, si tratta infatti di un film solo molto triste che ha però un lieto fine. La scrittura in generale è debole, i dialoghi sono banali e le situazioni sono tutte un grande cliché visto e rivisto. I flashback, molto frequenti, sono assolutamente inutili, evidentemente buttati nella trama per un semplice scopo stilistico, che però non arricchisce l’opera. I momenti nei quali vediamo la famiglia riunita, che dovrebbero essere il fulcro della pellicola, sono scialbi, non c’è interazione tra i personaggi, è tutto troppo freddo.
Nonostante la sceneggiatura un po’ banale e la regia non strabiliante, quello che ne esce non è una pellicola orrenda. Non è innovativo, non è particolare o divertente, è semplicemente lo stesso film che vediamo da anni sulle famiglie problematiche che vogliono passare un buon Natale. Niente di più niente di meno.