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Mon Roi - Il Mio Re di Maïwenn - 01

Mon Roi – Il Mio Re di Maïwenn – Recensione Film

“Mon Roi – Il mio re”, storia d’amore struggente di Maïwenn con Vincent Cassel e Emmanuelle Brecot (premiata come miglior attrice al Festival di Cannes). Dapprima felicissima poi tristissima, è una montagna russa che ci fa ripercorrere tutte le tappe di quella che sembra in realtà una coppia abbastanza comune.

Opera un po’ sopra le righe, già da quando si incontrano i due entriamo in questo mondo dove tutto è portato agli estremi. Per un’ora buona del film i protagonisti ridono come dei matti, sembra che non riescano a fare altro, sono felicissimi insieme e lo gridano al mondo ridendo sguaiatamente in tutte, ma proprio tutte, le situazioni possibili. Proprio quando non ne possiamo più di sentirli sbellicarsi, ecco che arrivano le urla. Urla folli e pianti disperati che ci accompagneranno fino alla fine della pellicola. E’ bello come si vogliano raccontare gli alti e i bassi di una coppia, probabilmente è proprio questo lo scopo del film, ma il tutto avviene attraverso eccessi estremi che lo rendono poco credibile.

A non giocare a favore della sceneggiatura ci si mette anche la struttura del film, praticamente tutte le scene di litigio/felicità sono uguali: caratterizzate da una Brecot folle e urlante e da un Cassel sghignazzante. E’ sempre la solita scena, ma in punti diversi . I due attori fanno però un buon lavoro, non è facile portare sullo schermo due personalità difficili come quelle dei loro personaggi. Tony (Brecot) è l’anima di “Mon Roi“, riassume in pieno tutti i suoi pregi e difetti: rumorosa e difficile, ma interessante. Georgio (Cassel) è un affascinante bambinone, sempre scherzoso ma dalla dubbia moralità, che, come Tony, non sappiamo se amare o odiare.

Si alterna alla vita dei protagonisti la storia parallela del personaggio di Tony che è in fisioterapia dopo essersi rotta un legamento. Le funzioni narrative di questi inserti sono incerti. Potrebbero simboleggiare l’amore fra i due (la rottura del legamento) e il lento allontanarsi (la guarigione), ma non sarebbe una visione immediata, anzi, un po’ forzata. Il problema più grande di “Mon Roi” è che la sua normalità, il voler raccontare una storia in un certo senso ordinaria e comune, affiancata dalla recitazione eccessiva, stona. Non si armonizzano come dovrebbero e questo alternarsi di emozioni alla lunga resta stucchevole.

  

About Alice De Falco

Innanzitutto è fondamentale dire che prova molto imbarazzo nel descriversi in terza persona, ma cosa non si fa per la gloria. Al mondo da fine 1996, fa le scuole (come tutti) e poi le finisce (come quasi tutti), dicendo addio al liceo scientifico e ciao al magico mondo del cinema. Da grande vuole fare la regista, avere un sacco di soldi e possibilmente sposare Wes Anderson anche se è un po’ brutto.

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