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Minions di Kyle Balda e Pierre Coffin - 04

Minions di Kyle Balda e Pierre Coffin – Recensione Film

Piccoli, buffi e teneramente cattivi, fin dal primo trailer distribuito di “Cattivissimo Me” era ben chiaro il percorso evolutivo di questi bizzarri esserini gialli, tanto graziosi quanto folli, che ora tornano in sala con una avventura cinematografica completamente dedicata a loro.

Presentato come uno spin-off ma realizzato come un vero e proprio prequel della saga principale, “Minions”, ci porta alla scoperta di questi graziosi mostriciattoli gialli dalla loro genesi fino alla disperata ricerca di un vero super-cattivo da seguire e servire. Ambientato quasi interamente in una Londra degli anni ’60, magnifica e trascinante la colonna sonora, il film è caratterizzato da un’impostazione da Spy Story in salsa 007, mescolata al comico universo super-cattivo della serie per un risultato che per lunghi tratti ricorda più le atmosfere di Austin Powers che non quelle di James Bond. Una formula vincente, criminali dal cuore d’oro, che viene completamente mantenuta anche in questo buffo ed esilarante terzo capitolo, ancora una volta ricco di citazioni imperdibili e gag spassose. Una rivisitazione del genere slapstick, sottogenere del film comico nato nel periodo del muto basato sul linguaggio del corpo e gag semplici, amplificato da tanto zucchero e da un ritmo cinematografico moderno.

Non tutto è perfettamente riuscito, l’assenza di una guida come Gru si lascia in parte sentire, soprattutto nei momenti troppo ripetuti di battute affidate ad un linguaggio incomprensibile che alla lunga può risultare stucchevole. Sebbene la semplicità di scrittura e l’evidente limite di realizzare un film che per accontentare tutti si ferma a metà strada, tra il pubblico infantile e quello degli adulti, “Minions” è ricco di un umorismo quasi contagioso capace di divertire e conquistare oltre i propri limiti di struttura.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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