Il regista e fotografo olandese Anton Corbijn porta al cinema l’interessante ricostruzione dell’insolita amicizia nata tra il fotografo di talento Dannis Stock (Robert Pattinson) e l’attore leggendario James Dean (Dane DeHaan). Uno scontro-incontro di personalità tormentate alla quale la sceneggiatura scritta da Luke Davies guarda fin troppo spesso durante la narrazione ma senza la giusta emotività.
Caratterizzato da una struttura didascalica e più incentrata nell’esplorazione emotiva dei personaggi invece che del racconto, “Life” è un film dignitoso che non emerge oltre i propri limiti di prodotto pensato per la tv. Un’esposizione malinconica di un dato momento di vita che oscilla con difficoltà tra l’ambizione e i turbamenti di due anime in pena.
Fotografato divinamente “Life” non emerge anche perché affossato drasticamente da una seconda parte (Indiana) pesante come un mattone e da un duo di protagonisti di talento fuori ruolo. Il primo (Pattinson ) eccessivamente bello per interpretare Stock mentre il secondo (DeHaan ) troppo acqua e sapone e privo del carisma per vestire i panni di una leggenda incontrastata come Dean. Qualcuno fermi infine la nostra Alessandra Mastronardi (Anna Maria Pierangeli) tanto carina e simpatica quanto lontana dall’idea che abbiamo del cinema.
Inno alla vita dei giorni perduti paragonabile a quel dato momento in cui l’otturatore scatta e non coglie l’essenza di ciò che avevamo messo a fuoco nell’obiettivo. Film che parla di divi al quale purtroppo mancano i divi.