Se di esperimento si è trattato, si è perso di vista lo scopo della sperimentazione in “Le regole del caos” . Gli ingredienti ed i presupposti per partorire un bel filmone sentimentale da scatolone di Kleenex c’erano tutti: Background drammatico da manuale, Cast di super-qualità, Alan Rickman parruccato da Re Sole, performances recitative eccellenti, lo sfondo di Versailles e dei palazzi reali, i costumi da melodramma, belle idee.
Com’è possibile che delle promesse del titolo e del soggetto sia rimasto solo il Caos e neanche l’ombra di una Regola?
I buchi ci sono e sono importanti e dei giardini ridondanti, dei fiori, dei prati nessuna traccia. Si, era voluto. Il vero giardino da coltivare era quello delle relazioni umane e la vera rosa che sboccia è Sabine, ma se si sente il bisogno di ripeterlo continuamente a parole vuol dire che il messaggio non è capace di penetrare autonomamente.
Bellissimi i dialoghi delle “madri” nel salotto e del “Re spoglio” e Sabine nel giardino. Purtroppo il potenziale di dolcezza e delicatezza scivolano via su questo terreno impermeabile che non riesce ad assorbire realmente il ruscello limpido che lo irriga. Dispiacere nel constatare di trovarsi davanti all’ennesimo buon proposito che non soddisfa le promesse del Trailer e delle presentazioni in pompa magna.
E speriamo bene per il doppiaggio italiano.