“Attenti a quello che desiderate, perchè potrete ottenerlo”
Guide, coach, motivatori, Personal Trainers, counselors, Maestri che promettono di tirarvi fuori da quella tanto odiata pozza di Normalità nella quale sguazzate in compagnia di altri milioni di anfibi simili a voi MA che si sognano le vostre potenzialità. Il successo, il Potere, il denaro, l’Eros sono dietro l’angolo. Grazie al giusto metodo (scientifico, preciso, matematico) siete ad un passo dal raggiungerli.
Silvio Muccino riappare dopo quattro anni, si esibisce in una piroetta e se ne esce serenamente con Le Leggi del Desiderio una “creatura” di cui è regista, interprete e co-sceneggiatore. Mica male, considerati i trentadue anni d’età e il capello lungo e spettinato esibito con adorabile faccia da schiaffi. Diciamola tutta: Più di qualche noto nome italiano avrà rosicato tantissimo per l’idea, fortuna che lui li tiene buoni con il lieto fine che – si sa – svaluta i film seri e li rende adolescenziali (Se avete l’impressione di essere attanagliati da un dio crostaceo del Sarcasmo, si tratta di pura casualità).
A domanda precisa, durante la conferenza stampa che ha seguito la proiezione del film, Silvio risponde candidamente : “I sentimenti prendono il posto della freddezza metodica semplicemente perchè sono quello in cui IO credo. Dove cade la maschera ed inizia l’Essere Umano?”
Ma guardiamo più da vicino questo lavoro.
Il soggetto è carino, la sceneggiatura non “altissima” ma divertente e dinamica, le musiche di Peter Cincotti e Stefano Arnaldi sono da sogno, ispirate alle grandi romantic comedy americane degli anni ’50-’60. Colonna sonora che per la cronaca è già disponibile nei negozi di dischi dal 17 Febbraio. Il montaggio di Luigi Mearelli ha delle tempistiche azzeccatissime, assolutamente in accordo con i tempi di scena e con la fotografia di Federico Schlatter. Mentre i membri del cast ci offrono a loro volta delle performances di qualità. Bella e simpaticissima Nicole Grimaudo, elegantissima Carla Signoris (che gambe e che scarpe, signora!) Luca Ward in un ruolo piuttosto “insolito”. L’interpretazione più toccante ed intensa spetta però senza dubbio a Maurizio Mattioli, ma non vi spiegherò il perchè.
E Silviuccio nostro? E’ Giovanni Canton, il life coach che muove le vite degli altri tre protagonisti che a loro volta contribuiranno a muovere la sua. Una volta sbloccata la leva degli eventi, provate a controllarla.
Il mio giudizio è positivo, ma mi tengo il voto “stretto” perchè, di questo passo, tra altri quattro anni mi aspetto il “bello” universale.
Buon lavoro.