Il Melodramma Sentimentale sublima l’idea di “Impossibile” in L’amore non perdona. Culture diverse, 30 anni di differenza, stacco di Status Sociale. Troppo.
In una Società che mostra di tutto nel Piccolo e Grande Schermo, in grande sproporzione rispetto alla maturità generale del pubblico fruitore, per far sembrare tutto più vero e sofferto si esagera all’inverosimile. Eccessi da tutte le parti, anche emotivi (vd. le reazioni della figlia della protagonista con i suoi “che schifo” continui).
Ma insomma, deve farci schifo per forza? E’ una richiesta di presa di posizione o un’opera di convincimento?
Come già riportato nei dati generali, questo sembra un prodotto fatto e creato per ultraquarantenni-cinquantenni amanti del filone Nanni Moretti. Plurisostenuto, finanziato e riconosciuto come film di interesse culturale probabilmente per la scelta del tema scottante della “paura del terrorista islamico” tutto dei giorni nostri, sembra talvolta costruito a tavolino per raggiugere l’obiettivo di lanciare un messaggio ultratollerante.
Il troppo è troppo, se non si sostiene a sufficienza esce fuori dai margini e svuota il recipiente.
Bella, comunque, la scelta di inseguire i protagonisti a distanza in alcune scene. Quel tipo di ripresa annulla visivamente in modo quasi totale tutte le differenze che teoricamente dovrebbero tenerli su due Universi diversi. Gradevole e discreto anche il contributo di Nicola Piovani, essenziale.
Se avete meno di quarantacinque anni, guardatelo solo per curiosità.