Tratto dalla Biografia “Verso L’Infinito” (Travelling to Infinity: My Life With Stephen) di Jane Hawking, prima moglie di Hawking, La teoria del Tutto non è la Biografia dai toni drammatici che ci si aspetta. Si sorride, ci si scioglie e forse un po’ ci si commuove; ma mai senza la speranza che la Felicità possa trovare posto anche in fondo ad un baratro di cui non si conosce la profondità.
Redmayne è assolutamente posseduto da qualche strana entità ultraterrena. Ci si chiede come abbia fatto ad interpretare il ruolo di un uomo dal corpo così modificato dalla malattia ed in modo così realistico. La Jones è la Grazia. Minuta, delicata, graziosissima ma d’acciaio. Straordinari. Elegante e degna di nota anche l’interpretazione elegante di David Thewlis, nel ruolo del Professor Sciama.
Il ritmo incalzante, il pianoforte allegro (e la colonna sonora in toto) di Jóhann Jóhannsson, resi ancora più loquaci dalla sceneggiatura brillante di Anthony McCarten, rendono vivo e dinamico un prodotto dalle tematiche indubbiamente impegnative. In effetti non si smette mai di sorridere e saltellare con la mente di Stephen, nonostante la terribile ombra della malattia ad andamento progressivo incomba alle sue spalle.
Veri tuffi al cuore per la sottoscritta sono i colori radianti e la fotografia del francese Benoît Delhomme in unione agli effetti visivi della Union Visual Effects (indimenticabile la sequenza-rewind finale, durante la conferenza. Riferimento alla teoria del Big Crunch? Se avrete la curiosità di leggere Dal Big Bang ai buchi neri, prima opera divulgativa dello Scienziato, il dubbio sorgerà anchea voi) . Due parole sulla Regìa: James Marsh se ne frega di colpire il Critico affamato del bis-Premio Oscar e rema in favore di una semplicità discreta e sull’emotività dello spettatore comune senza cercare minimamente di stupirlo con effetti speciali. Massima stima per questo voluto stato di relax.
Se non sentite un continuo bisogno di essere nutriti di suspense, scene da miele struggente e pere di adrenalina-tradimenti-ommioddioperchènoncifannovedereibuchineri e macchine del tempo, questo film vi piacerà. C’è chi si lamenta del fatto che il prodotto non renda giustizia alla figura di Hawking ed ai veri motivi per cui è famoso in tutto il Mondo. Ricordiamo tutti da cosa è tratto il soggetto, vero?
Piccola nota: Negli Stati Uniti il film è stato vietato ai minori di tredici anni in quanto ricco di “materiale e tematiche suggestive”. Ora voglio dire…Il nostro Stephen genera un certo numero di figli e non viene girata una sola scena di sesso. Si guarda da vicino una malattia? si emula la modifica del corpo di un malato e della psiche dei suoi cari? Si affronta, anche se marginalmente, la questione dell’Eutanasia? La risposta è SI. Proprio per questo dovreste farlo vedere ai vostri figli.