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La solita commedia Inferno di Biggio e Mandelli – Recensione Film

Satana è in crisi. Sulla terra ci sono nuovi peccati e nuovi peccatori. Urge brainstorming per risolvere il problema. Il consiglio dei santi ha l’illuminazione: facciamo tornare sulla terra Dante! Chi meglio di lui potrà classificare i nuovi peccati?

Con questo incipit degno di una barzelletta tornano al cinema Biggio e Mandelli, i celebri “I Soliti idioti“, che avevano fatto del tormentone “Dai Cazzo” il loro assoluto marchio di fabbrica, prima in tv e poi al cinema. Con “La solita commedia Inferno” i due comici made MTV cercano di portare avanti la loro poetica già iniziata con gli “idioti” caratterizzata dall’irriverenza, dalla volgarità, dagli sketch, dal travestimento e dal variopinto mondo dei loro personaggi , cercando tuttavia quasi un’emancipazione dal passato. Biggio e Mandelli ci vogliono dire che stanno crescendo e che sono maturati?

Non ci è dato ancora saperlo. Quello che è certo è che il percorso dei due guitti sta cercando, col tempo, di ammantarsi di un’aura più sofisticata senza mai tralasciare, tuttavia, la sfera del nazional popolare. E se quest’anno al Festival di Sanremo i due hanno partecipato in gara tra i Big cantando proprio la canzone centrale del film, ovvero “Vita d’Inferno”, con la loro nuova fatica Biggio e Mandelli hanno deciso di escludere i loro personaggi storici, da Ruggero De Ceglie fino alla coppia di omosessuali, quasi come un tentativo di staccarsi dai clichè e da quel tormentone tanto noto ma anche tanto limitante.

Il risultato è un film discontinuo, composto da una miriade di piccoli sketch, alcuni riusciti e altri meno, che cerca di limitare la volgarità ma non l’irriverenza, che vuole essere originale e alternativo senza riuscirci del tutto. Il meccanismo dopo pochi minuti inizia ad essere ridondante e ripetitivo e la comicità eccessivamente forzata e ricercata. Biggio e Mandelli non sono mai stati campioni della spontaneità, puntando sempre sull’eccesso, sulla caricatura, sulle ingrongruenze e sulle estremizzazioni. Tuttavia mentre Maccio Capatonda usa le medesime caratteristiche per congegnare una sapiente satira sociale, in Biggio e Mandelli tutto è buttato sulla farsa italiota: nessuna vera sferzata agli spettatori, ma solo voglia di giocare e divertirsi. Far satira è un duro lavoro e non basta evidenziare in maniera comica tic, difetti, eccessi dell’italiano medio, ma bisogna innestarci il drammatico, la risata amara che alla fine lascia il groppo in gola.

Il duo comico dimostra, pertanto, di aver fatto diversi passi avanti senza però convincere ancora del tutto, sfornando una commedia episodica e rapsodica, divertente e divertita che ancora non riesce ad avere la struttura e il respiro di un vero e proprio lungometraggio.

About Lorenzo Giovenga

Lorenzo Giovenga è un giovane regista italiano. Esordisce nel 2009, insieme al collega e amico Giuliano Giacomelli, col lungometraggio horror “La Progenie del Diavolo“. Insieme, sempre nel 2009, firmano anche i cortometraggi “Pianto Rosso” e “Voce dall’Inferno“. Nel 2011 fonda insieme a Giuliano Giacomelli e Lucio Zannella la Rec-Volution Lab.

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