“Tutti, uomini e donne, anche se in termini differenti, parliamo spesso della ‘prima volta’ come un momento che ci segna in quel preciso momento, come un imprinting, forse l’ultimo della nostra adolescenza”. Parla così Riccardo Rossi al suo esordio cinematografico come regista, “ho voluto raccontare di un padre separato che ha paura di rifarsi una vita e che rimane legato al suo matrimonio finito ormai da 10 anni, e della preoccupazione che hanno tutti i padri di veder la propria bambina tra le braccia di un altro uomo”. “La prima volta di mia figlia” è una commedia leggera che prova ad indagare i rapporti tra padre-figlia, adulto-adolescente salvo poi diventare un’analisi, anzi una psicoanalisi di gruppo attorno ad un tavolo durante una cena. Ambientato quasi tutto attorno a un tavolo, con alcuni flashback che partono quando i protagonisti ricordano la loro prima volta, il film ha questa impostazione teatrale proprio perché Rossi voleva che fosse “un film di parole. Inoltre, la tavola è luogo di incontri e scontri, e poi amo moltissimo Broadway Danny Rose di Woody Allen.”
La tavola diventa quindi una sorta di palcoscenico sul quale irrompono diversi personaggi che porteranno i vari protagonisti a rivelarsi, a perdere i ruoli sociali e a guardarsi in faccia con assoluta verità.