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La Bella Gente di Ivano De Matteo – Recensione Film

Ci sono voluti quasi sei anni per vedere al cinema “La bella gente” di Ivano De Matteo, apprezzato regista italiano salito alla ribalta con “Gli Equilibristi” (2012) e “I Nostri ragazzi” (2014) ma conosciuto al grande pubblico per il volto prestato al personaggio de “Er Puma” nella serie tv “Romanzo Criminale”.

Vincitore del Gran Premio del festival italiano di Annecy nel 2009 e distribuito in Francia l’anno successivo, il film ha attraversato non poche difficoltà per ottenere una distribuzione nel nostro paese e si rende disponibile solo oggi, dopo il buon successo ottenuto da De Matteo con i suoi ultimi progetti. Un’opera intrigante e mai banale che nonostante gli anni di purgatorio distributivo non ha perso nulla della sua forza di denuncia contro un sistema sociale tanto solidale quanto ipocrita. Come per i suoi progetti più celebri il regista romano affronta i temi della nostra società attraverso l’ottica delle debolezze dell’essere umano, il nostro essere imperfetti, la fragilità delle proprie convinzioni e degli equilibri.

Per stessa ammissione dello stesso De Matteo “Con questo film volevo rappresentare l’ipocrisia di chi sbandiera di farne parte e parla di solidarietà ma non la vive”, “La Bella Gente”, mette in scena la più classica delle famiglie da “Mulino Bianco”, con due brillanti cinquantenni Susanna (Monica Guerritore) e Alfredo (Antonio Catania) ancora innamorati come ai tempi dell’università, alle prese con la voglia di aiutare una giovane ucraina, Nadja (Victoria Larchenko) costretta a prostituirsi. Un gesto nobile e apprezzabile che con il tempo e l’arrivo di Giulio (Elio Germano), il figlio della coppia che rappresenta l’egoismo delle nuove generazioni, si guasta irreparabilmente. La situazione precipita quando Nadja  inizia realmente a prendere quello che la famiglia gli ha promesso.

La leggerezza e la decomposizione della società, la sorpresa di scoprirsi diversi da ciò che si pensa di essere. Dramma solido in ciò che vuole rappresentare, sicuramente inserito in una dimensione quasi fiabesca, in cui incredibilmente nessuno degli aguzzini cerca o riconosce la giovane, considerazione tuttavia non necessaria ai temi dell’opera. “La Bella Gente” rappresentata da una società borghese e di benpensanti da cartolina.

Un’ora e mezza di ottime riflessioni distese tra melodramma e commedia, esilaranti e cinici i personaggi interpretati dai bravissimi Iaia Forte (Paola) e Giorgio Gobbi (Fabrizio), “La Bella Gente” ottiene finalmente il giusto riconoscimento. Intelligente denuncia al perbenismo.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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