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Into The Woods di Rob Marshall - 03

Into The Woods di Rob Marshall – Recensione Film

Basato sull’omonimo musical di Stephen Sondheim, una combinazione di celebri fiabe dei Fratelli Grimm (Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Raperonzolo) amalgamate a loro volta con Jack e la pianta di fagioli, il film si avvale di un’ambientazione a tratti dark e di un cast di tutto rispetto per mettere in scena in chiave musicale un’unica e grande fiaba. In una foresta dove le star di Hollywood e le loro favole si incontrano, il regista di “Chicago” (2002) e “Memorie di una Geisha” (2005), Rob Marshall, sviluppa un’opera per lunghi tratti intrigante.

A tre anni di distanza dal quarto capitolo dei Pirati dei Caraibi, Oltre i Confini del mare (2011), il regista e scenografo statunitense torna al suo cinema attraverso un’affascinate viaggio musicale in un bosco incantato dove le ottime performance dei protagonisti, Meryl Streep, Anna Kendrick, Emily Blunt, Chris Pine, James Coden e i giovani Daniel Huttlestone e Lilla Crawford, tengono vivo l’interesse del pubblico grazie anche alla scelta di inserire l’opera in un clima ironico riuscito.

Tra le coinvolgenti ambientazioni sognanti e le bellezze di Anna Kendrick e Emily Blunt, il talento intramontabile di Meryl Streep ed addirittura una comparsata di Johnny Deep nei panni del lupo cattivo, Into The Woods, è un’opera che nonostante la poca originalità funziona piacevolmente bene fino alla malsana idea di realizzare un terzo atto.

Al vissero tutti felici e contenti, Mashall, preferisce allungare e dilatare il racconto per un’altra ora di spettacolo, meno riuscita e molto prolissa, che porta il film in uno strano clima di “malinconia”. Le canzoni diventano troppe e poco funzionali, neanche fossimo all’Ariston durante il festival di Sanremo.

Molto probabilmente non deluderà gli appassionati di Musical e della Disney, al quale il film è chiaramente dedicato però … che peccato.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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