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Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick (3D) -05

In the Heart of the Sea (3D) di Ron Howard – Recensione Film

Ammettiamolo: le storie di mare mi hanno sempre appassionato. L’epopea del lupo di mare, dell’uomo che sfida l’elemento e, spesso, ne esce con le ossa rotte, ha regalato indimenticabili pagine di letteratura e cinematografia da secoli a questa a parte.

Quando un regista come Ron Howard, che anche nei suoi film meno riusciti riesce comunque a creare una confezione artisticamente e tecnicamente ineccepibile, decide di affrontare la genesi del capolavoro di Melville, ‘Moby Dick’, le aspettative non possono che essere alte.

La sinossi è molto semplice, ma non per questo poco coinvolgente: Herman Melville si reca nella casa dell’ultimo sopravvissuto d’un epocale naufragio, quello della baleniera Essex. L’uomo, all’epoca dei fatti un novellino al primo imbarco, è tormentato dai fantasmi del passato, chiuso in sé stesso e, di fatto, accudito dalla moglie, la quale non sa più che pesci prendere per scuoterlo dal suo torpore. Melville cerca ispirazione per il suo romanzo ed è convinto di poterla trovare nei racconti d’un naufrago. Quando il vaso di Pandora viene scoperchiato ed il vecchio Nickerson inizia a raccontare….bé, ne esce fuori un’epica avventura marina.

Il film è tecnicamente ineccepibile, caratterizzato da una fotografia piuttosto incisiva e da colori che molto richiamano alla mente i quadri ottocenteschi e le illustrazioni di mostri marini. Il 3D non è fastidioso ed è piuttosto accurato, soprattutto nella raffigurazione dei fondali e dei loro abitanti. La storia gira tranquillamente, con una maggior tensione narrativa nella prima parte, che inevitabilmente scema nel racconto dell’estenuante attesa dell’ignoto post naufragio. E’ interessante osservare l’evolversi dei rapporti tra i due protagonisti: Chris Hemsworth, ormai attore feticcio di Howard in un binomio che funziona perfettamente già da Rush, e Benjamin Walker, già visto nei panni d’un insolito Abramo Lincoln cacciatore di vampiri. Il reciproco astio e la diffidenza lasciano il posto a stima e rispetto nella difficoltà e nella tragedia, mentre il ruolo dell’irriducibile cacciatore della balena bianca viene gradualmente spostato da Hemsworth a Walker, in una sorta di passaggio di testimone e formazione marina, oltre che umana. Sonorizzazione ben fatta, montaggio dal giusto ritmo e film decisamente promosso.

Unica pecca è la già citata tensione scemante nel corso della narrazione, figlia d’una lunghezza che avrebbe tranquillamente potuto fare a meno d’una decina di minuti, mentre gli interpreti si rivelano tutti all’altezza. Oltre ai già citati protagonisti, molto buoni sono anche i personaggi rappresentati dal grande caratterista irlandese Brendan Gleeson e dall’altro irish man Cillian Murphy, sempre molto bravo nel rappresentare personaggi tormentati e tragici. Brave anche le interpreti femminili, mentre l’escamotage di narrare una vicenda attraverso il racconto, ormai ancorato al passato, di uno dei protagonisti, modello manoscritto ritrovato di Echiana memoria, riesce a rendere la cornice narrativa decisamente credibile.

Assolutamente consigliato per gli amanti dell’avventura e delle storie di mare…. e per i fan del roscio americano per eccellenza.

About Davide Villa

Più di trenta e meno di quaranta. Ama: Il punk Rock, l'as Roma, Tarantino, Maurizio Merli, Stallone, Schwartzy, Indiana Jones, Spielberg, Lenzi, Leone, John Milius e gli action movie. Odia: la juve, le camicie nere, Servillo, Lynch e Lars Von Trier. Film preferiti: Giù la testa, Bastardi senza gloria, Troppo forte, Compagni di scuola, Milano Calibro nove. Doti innate: la modestia, l'eleganza e la sobrietà. Difetti: pochi e di scarsa importanza.

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