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I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio di Keiichi Sato – Recensione Film

Con una campagna promozionale lodevole ed ottimamente gestita, complimenti a Lucky Red per il supporto all’opera, arrivano per la prima volta al cinema in Italia le avventure de “I Cavalieri dello Zodiaco” (Saint Seiya) in una versione modernizzata della prima ed indimenticabile saga. Creata da Masami Kurumada nel 1985, l’epopea dei cavalieri ha conquistato il cuore di milioni di fan grazie soprattutto alla realizzazione di una serie Anime imperdibile resa ancora più celebre dal character design della coppia Shingo Araki e Michi Himeno. Una serie vincente che grazie alla fusione di azione, sentimenti, valori umani, intrighi, coraggio e la fusione della mitologia greca alla realtà e per l’epicità della narrazione, ha letteralmente galvanizzato per generazioni.

La nuova versione diretta da Keiichi Sato con la supervisione di Kurumada, produttore esecutivo, si promette di reinventare e rinverdire il mito attraverso una modernizzazione del brand che a partire dall’utilizzo di un’animazione in digitale prende completamente le distanze dall’opera originale. Le armature dei cavalieri sono state completamente rimodellate, ora sono molto più hi-tech e futuristiche ma molto simili tra loro, mentre gli ingombranti scrigni porta armature sono stati sostituiti da una sorta di medaglietta, stile piastrina militare. Una nuova trasposizione che lascia piacevolmente colpiti per la bellezza, i colori e la brillantezza del quadro nonostante l’animazione in generale non sia ancora all’altezza degli studi hollywoodiani più famosi.

La nuova trasposizione si prende il lusso di eliminare completamente il contrasto tra il mito dell’antica Grecia e la realtà. Il grande tempio è stato trasferito in una dimensione alternativa, tipo l’Olimpo per gli dei greci, mentre il character design e le ambientazioni ricordano un misto tra Final Fantasy e Bayonetta, eliminando quasi completamente l’influenza occidentale in favore di un ambientazione a cavallo del Cyber Fantasy.

Riassumere 73 episodi (l’intera Saga del grande tempio), della durata circa di 22 minuti a puntata, in un film di 92 minuti non era certo un operazione semplice e per questo è stato scelto di eliminare praticamente intere parti come la Guerra Galattica, I cavalieri Neri, I Servitori di Arles e I Cavalieri d’argento, per arrivare subito allo scontro del grande tempio e la conseguente battaglia contro i Cavalieri d’Oro. Scelta sicuramente obbligata tuttavia portata a termine con una narrazione completamente tagliata con l’accetta, cambi e aggiunte nella storia originale tanto inutili e confusionarie da lasciare completamente basiti. Male anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, tranne che per Pegasus, caratterizzato come un vero idiota così come Cancer (balletto ridicolo), sono tutti privi di carisma e fascino.

Mi rendo conto che queste scelte, da parte della produzione giapponese, saranno condivise dai fan dal cuore tenero e con gli occhi bendati. Questa non vuole essere una critica nei vostri confronti, capisco i vostri sentimenti, comprendo la volontà di supportare questa nuova e felice scelta di portare anime al cinema. Sarebbe meglio però investire su opere realmente valide, magari non solo per un giorno come è accaduto a Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo, e lasciare questi prodotti alla pubblicazione direttamente in home video. Togliete il vino a Kurumada.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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