Esce nelle sale italiane il 15 Maggio e successivamente trasmesso su Rai 1 il 24 Maggio, Gli animali della grande guerra, l’ ultimo lavoro di Folco Quilici, un accuratissimo documento che dimostra quanto un autore con un idea geniale possa fare la differenza.
Come espresso in conferenza dallo stesso Regista,la propabilità che un prodotto del genere sarebbe potuto cadere nel dimenticatoio erano alte. La varietà di prodotti simili che per forza di cose, vista la ricorrenza dei 100 anni dall’ inizio del primo conflitto mondiale, si accingono ad essere proposti allo spettatore sono svariati. Ma come accennavo nell’introduzione a volte un idea geniale può sempre fare la differenza, e in questo caso la fa.
l’ idea è semplice, perché non elogiare tutti quelle creature che loro malgrado hanno dovuto prendere parte ad un conflitto mondiale? Prendiamo quegli animali che hanno dato un apporto non indifferente e hanno influito positivamente e utilizziamo questo escamotage per raccontare creativamente uno degli scempi che hanno attanagliato il nostro secolo. Fino a qui tutto bene, ma questa è solo il 50% dell’ idea, perché il colpo di genio a mio avviso non è stato quello di raccontare da un punto di vista diverso una cosa di cui siamo tutti a conoscenza, ma partire da quegli animali hanno salvato vite, a tutti quelli che le hanno levate.
La parabola narrativa è che viene raccontata in questa pellicola è tutt’altro che banale, l’ esperienza dell’ autore fa si che tutto sia equilibrato e mai noioso, c’ è anche tempo per ricostruzioni a mò di Fiction molto accurate, quindi stiamo parlando di 76 minuti che volano e che no possono non essere visti, consiglio vivamente la visione ai più giovani per rendersi conto di quanto le nuove generazioni devono a quelle vecchie, e quanto in 100 anni possa cambiare il corso della storia, il paragone è d’ obbligo, gli eserciti dei vari schieramenti non erano di certo formati da quarantenni, ma stiamo parlando di giovani chiamati a difendere il proprio paese, e quindi provvisti di amor proprio, forse cosa che nel tempo è andata persa.