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Corn Island di Giorgi Ovashvili - 01

Corn Island di Giorgi Ovashvili – Recensione Film

Selezionato tra i dieci migliori film stranieri in corsa per gli Oscar 2014, vinto poi da “La Grande Bellezza” di Sorrentino, “Corn Island” è un’opera intrigante distesa al centro di un fiume (Enguri), al confine naturale tra Abkhazia e la Georgia, tra silenzi e sguardi carichi di tensione. Una pellicola costruita e pensata come una fiaba moderna dalla struttura circolare, che ricorda per lunghi tratti lo stile dei primi film distribuiti ufficialmente in Italia di Kim Ki-duk (Primavera, estate, autunno, inverno…e ancora primavera), ci mostra, attraverso il delicato rapporto tra nonno e nipote, il complicato sviluppo della vita.

Leggi la nostra Intervista al regista del film

Metafora sull’esistenza raccontata tramite la creazione di un’isola al centro di un fiume che dalla nascita alla crescita fino alla morte rappresenta i vari stati e processi sentimentali dell’uomo, dall’amore fino all’odio. Un film intelligente di non facile fruibilità, nei primi 20/30 minuti si rischia il tracollo tra le braccia di Morfeo, pensato come un documentario ma diretto come una favola dall’enorme sensibilità. Un progetto cinematografico ambizioso capace di unire temi e problematiche differenti come un conflitto ventennale tra due popoli all’interno di un territorio neutrale come questa terra nata dal nulla. Il fiume Enguri è il vero protagonista di una pellicola struggente nella sua capacità di disegnare gli animi umani e la vita, attraverso il trascorrere del tempo scandito dallo scorrere dell’acqua che si infrange violentemente sull’isola della speranza, altro tema trattato, in un pezzo di terra fantasma immerso tra le montagne del Caucaso.

Con sguardi carichi di sentimenti, silenzi disarmanti e pochi dialoghi, “Corn Island”, è un atto cinematografico intrigante oggettivamente non per tutti ma di grande fascino.

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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