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Cobain Montage of Heck di Brett Morgen - 05

Cobain Montage of Heck di Brett Morgen – Recensione Film

Un pugno nello stomaco, due ore e passa di conoscenza intima con uno degli ultimi musicisti ad aver tracciato una via e lasciato una traccia che ha fatto scuola e storia, malgrado le intenzioni e le inclinazioni del protagonista: Kurt Cobain.

Sono passati 21 anni da quando un proiettile d’un fucile, che la leggenda vorrebbe essere appartenuto al leader degli Earth, Dylan Carlson, pose fine al secondo tentativo ai tormenti ed all’estro del leader dei Nirvana.  Di parole ne sono state dette, di lacrime versate, di fazioni create e di gelosie, ripicche, liti, accuse ne sono volate fin troppe. Quello che finora era mancato (ma ne sentivamo realmente l’esigenza?) era un ritratto, un documentario fedele, privo di giudizi morali o artistici, che cercasse di raccontare l’uomo alla base dell’artista e del personaggio, suo malgrado, pubblico.

Montage of Heck riesce in questo intento, lasciando lo spettatore straziato di fronte alla solitudine ed al disagio che fu comune ad un’intera generazione, chiamata dai media X, che aveva nel suo cantore un ragazzo che s’era trovato a combattere coi propri fantasmi troppo presto. Filmati di repertorio, interviste a parenti, genitori, amici, ex fidanzate, mogli ci regalano un ritratto che molto spesso avevamo immaginato, ma mai avevamo potuto osservare fino in fondo coi nostri occhi.

Rimane da chiedersi se Kurt sarebbe stato contento di tali attenzioni, di un’invasione così evidente della sua sfera privata, lui che vide acuire il suo malessere nell’eccessiva fama e nell’essere diventato personaggio pubblico e simbolico. Ho i miei dubbi, ma ciò nonostante sono rimasto incollato alla poltrona ben oltre la durata del film, incapace di alzarmi senza aver rimuginato su quello che avevo appena visto. Filmati di Kurt strafatto di eroina che cerca di dare il biberon alla figlia, addormentandosi in piedi, foto del Kurt bambino, i genitori che si rimpallano sensi di colpe, Courtney Love onnipresente e protagonista, brillante di luce riflessa come del resto è stata tutta la sua vita durante e dopo Kurt.  Krist Novoselic parla, ma parla dell’esperienza musicale e dell’adolescenza, Dave Grohl preferisce farsi da parte, la famiglia approva e, probabilmente, conta altri soldi. Chi lo sa.

Stilisticamente il film è un alternarsi di filmati di repertorio, video tape privati e privatissimi, confessioni, registrazioni audio, pagine di diari e meravigliose scene animate che raccontano soprattutto l’infanzia e l’adolescenza di Kurt ad Aberdeen. L’impressione che se ne ricava è quella di un uomo crollato sotto i colpi di dolori fisici e psicologici, capitato nell’eroina un po’ per caso e un po’ per pessime frequentazioni, ma che non ha mai rinnegato nulla se non la propria fama, un qualcosa che non era stato scelto, ma in qualche modo perseguito.

Potremmo fare un parallelo con quella perla intitolata ‘The Future is unwritten’, il documentario di Julian Temple sul leader dei Clash Joe Strummer, altro uomo che ha affrontato i suoi fantasmi, riuscendo a sconfiggerli e creando una band che in qualche modo ebbe un percorso simile e parallelo a quello dei Nirvana, con la differenza basilare che Joe, nella fama, tutto sommato un po’ ci sguazzava. In entrambi i casi il ritratto è intimo e partecipativo.

Buono il montaggio, ottima la colonna sonora Seattleliana, stupende le interazioni animate. Cinematograficamente parlando il prodotto è valido. Emotivamente vi strazierà, portando alla lacrima anche il più duro e puro degli spettatori.

Imperdibile se siete cresciuti negli anni 90, se siete parte della Generation X, se i Nirvana vi hanno cambiato la vita alle scuole medie, se il personaggio Kurt Cobain è ancora l’ideale compagno di disagio delle vostre malinconie. Astenersi tutti gli altri.

About Davide Villa

Più di trenta e meno di quaranta. Ama: Il punk Rock, l'as Roma, Tarantino, Maurizio Merli, Stallone, Schwartzy, Indiana Jones, Spielberg, Lenzi, Leone, John Milius e gli action movie. Odia: la juve, le camicie nere, Servillo, Lynch e Lars Von Trier. Film preferiti: Giù la testa, Bastardi senza gloria, Troppo forte, Compagni di scuola, Milano Calibro nove. Doti innate: la modestia, l'eleganza e la sobrietà. Difetti: pochi e di scarsa importanza.

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