Matteo Scifoni esordisce alla regia del lungometraggio con un noir d’ambientazione romana, Bolgia Totale il cui titolo apparentemente sbagliato, riesce invece a cogliere in molto adeguato la vera essenza della pellicola.
“Bolgia totale” è, infatti, non solo la situazione raccontata nel film ma è, anche la vita dei protagonisti, alle prese, tutti, con un’esistenza sbagliata, intricata, inconcludente. Il film ci catapulta nella vita di Quinto Cruciani, ispettore di polizia prossimo alla pensione, interpretato da un grande Giorgio Colangeli, e in quella del criminale Michele Loi, uno schizzatissimo Domenico Diele. Due figure disperate, entrambe sull’orlo del collasso, fisico e morale, che si muovono in un mondo marcio che sta cadendo a pezzi.
La sceneggiatura è ben curata, i dialoghi sono studiati e molto ricercati, la fotografia restituisce perfettamente le atmosfere del thriller noir, il montaggio è poco fluido e difficile nella fruizione. Un film, dunque, a tratti a rischio fiacchezza ma che sfoggia una regia decisamente pulita e ben calibrata. Quel che è certo è che Bolgia totale è un ottimo noir: asciutto, violento e dannato.
Un cast di tutto rispetto, che vede tra gli altri, Gianmarco Tognazzi, Stefano Fresi e Ivan Franek, e una serie di omaggi ad alcuni film del passato che hanno influenzato la crescita professionale del regista (ad esempio ”il buono il brutto e il cattivo”) completa un prodotto già di suo ben riuscito.