Secondo film alla regia per Laura Morante, “Assolo” racconta la ricerca di indipendenza di una donna ormai matura. Flavia non è mai stata single nella sua vita di adulta e ora che si ritrova sola è costretta a cercare la propria autonomia e autostima.
Laura Morante mette in scena una leggera commedia senza troppe pretese, la struttura non risulta particolarmente innovativa o visionaria, così come prevedibili risultano la scrittura e la messa in scena. Non viene presentato nulla di nuovo in termini di argomento, ma non era l’intento del film. Nel complesso, però, la pellicola diverte: molte scene sono ben costruite e sfiziose e, almeno per la prima ora, intrattiene piacevolmente. Una volta accettata la scarsa originalità si può godere senza troppi sforzi della pellicola.
Un po’ prolisso, lento e a volte sconclusionato, in alcuni punti non si capisce perfettamente l’intento della Morante. Troppi episodi vengono lasciati a metà e in sospeso senza un’apparente motivo. Il finale aperto, più che stupire, ci fa pensare ad una sceneggiatura approssimativa, incapace di portare a termine un concetto. Il cast è eccezionale ed è la vera anima del film che dà forma alle varie sotto-trame, altrimenti inutili, e conferisce al tutto il carattere necessario per poter intrattenere. E’ proprio grazie ad esso che Assolo può avvicinarsi ad un pubblico più vasto ed aspirare ad una riuscita commerciale. Sia i protagonisti che i personaggi secondari sono ben costruiti e divertenti. Menzione particolare per un Giallini divertentissimo, peccato compaia davvero troppo poco.
L’opera non fallisce totalmente. Certo non spicca per la sua audacia ma il risultato non è completamente negativo. Il tema che tratta è interessante e universale, il cast è ottimo, la regia è forse un po’ debole: mancano idee sullo stile narrativo che zoppica fra flashback e sogni, mandando in confusione lo spettatore. Pecca nel ritmo questo “Assolo“. Con più coraggio si sarebbe distinto, ma resta comunque una piacevole pellicola da guardare facendosi due risate.