Creato nel 1962 dalla fervida immaginazione del solito Stan Lee, in collaborazione con Jack Kirby, Ant-Man è un supereroe dipendente dalla tecnologia, capace di rimpicciolirsi moltiplicando però la sua forza come le formiche, e attraverso il suo casco mettersi in comunicazione con gli insetti. Il meno famoso e atteso, dal pubblico dei cinecomic, supereroe Marvel arriva al cinema in un periodo arido di uscite quanto di spettatori disponibili ad intraprendere un viaggio in macchina sotto al sole cocente per refrigerarsi al fresco di una sala climatizzata. Con un Paul Rudd nel ruolo del protagonista, attore di successo della commedia americana, ed un cast sorretto da due sole stelle di richiamo internazionale come il mito Michael Douglas e la bellezza di Evangeline Lilly, oltre alla partecipazione di facce note al grande pubblico come Bobby Cannavale e Michael Pena, è ovvio come questo dodicesimo film targato Marvel, che chiude definitivamente la tanto chiacchierata fase due, non parta proprio con i favori del pubblico. Una scommessa nella scommessa, in termini di incassi, che Marvel Studios e Walt Disney hanno affidato alla direzione di Peyton Reed, regista statunitense dedito alla commedia alla sua prima esperienza con il cinema action. Il risultato è bene sottolinearlo fin da subito discretamente riuscito, nonostante l’ormai classificazione stilistica del film Marvel progettati quasi interamente con lo stampino, al quale viene affidato un timoniere, in questo caso Reed, capace di portare la nave in porto senza avere colpi di testa. Curiosità: il film era stato affidato inizialmente ad Edgar Wright (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz) poi allontanato per evidenti divergenze creative con la casa di topolino.
Torniamo però al nostro minuscolo supereroe che contrariamente alle aspettative, conquisterà senza ombra di dubbio i favori del pubblico grazie ad una realizzazione tecnica di primissimo livello, incredibile l’effetto della terza dimensione, e un ottimo bilanciamento tra azione e umorismo. Ironico e citazionista, come tutte le pellicole Marvel, non è un prodotto originale sebbene assolutamente divertente e spettacolare. Un eroe piccolo e ambizioso che grazie alla simpatica faccia da schiaffi del suo protagonista riesce a non perdersi troppo sul serio puntando su di un intrattenimento usa e getta di pregevole livello.
Narrativamente semplice, la pellicola presenta una sceneggiatura elaborata con il taglia e cuci, non proprio di primo pelo, dove il crossover con gli altri film Marvel non è sempre perfettamente riuscito. Nonostante la scarsa volontà dello studio americano di realizzare qualcosa di veramente innovativo, Ant-man, può diventare la più grande sorpresa dell’estate grazie all’elegante mix di spettacolo e risate piacevolmente ampliato da un’effetto 3D, intriganti le scene della prima trasformazioni (la discoteca) e lo scontro finale, devastante e meritevole finalmente del sovrapprezzo sul biglietto. Irriverente e super-divertente.