Presentato in concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia e remake de La piscina di Jacques Deray, A Bigger Splash è l’ultimo film diretto da Luca Guadagnino. Un soggetto quindi già conosciuto per una storia, ambientata in una fantastica Pantelleria, di desiderio, di rinuncia, di rifiuto e anche di violenza nei rapporti tra le persone.
Il film inizia con un ritmo alto, le scene scorrono veloci, la passione si consuma così come nasce, e rinasce nuovamente in un vortice comunicativo che accompagna tutta la pellicola di Guadagnino. Le parole non sono l’unico mezzo per arrivare all’altro, anzi, i quattro protagonisti più uno, l’isola di Pantelleria, si abbracciano, si picchiano, si sfidano con lo sguardo e si dissetano di musica, quella che a volte non è mai abbastanza. In A Bigger Splash c’è l’interesse di delineare rapporti umani e di farsi portatori di argomenti contrastanti (la violenza nei rapporti, la rinuncia e il rifiuto), ma tutto ciò, che trova libero sfogo nella prima parte, naufraga nella seconda.
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Guadagnino porta i suoi personaggi nella calda isola di Pantelleria nei giorni dei continui sbarchi clandestini, mettendo a confronto due realtà tanto distanti ma che si ritrovano a vivere così vicine, e che alle fine devono fare i conti con gli uomini delle forze dell’ordine, seppur con uno trattamento distinto. Sì, perché il regista si aggrappa al luogo comune “clandestino uguale colpevole”, affrontando con eccessiva superficialità la questione degli sbarchi in Sicilia in un momento troppo delicato per dare questa immagine e questa interpretazione dell’argomento. Continua, poi, sulla strada dei cliché affidando a Corrado Guzzanti il ruolo del carabiniere stupido, che corre dietro al suo idolo quasi ipnotizzato e dimenticando di mettere in pratica la legge come dovrebbe, culminando in un finale alquanto discutibile.
A bigger splash, proprio come Harry (Ralph Fiennes), è eccentrico e iperattivo, e dietro questa facciata nasconde ben poco. Il colpo di scena arriva all’improvviso, non preparato in alcun modo a livello narrativo. Tra tutti gli interpreti sicuramente spicca Ralph Fiennes, che quasi grottescamente emerge a ritmo di rock sugli altri nonostante sia l’unico ad “affondare”, portando con sé sul fondo tutto il film.