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Song ‘e Napule – Recensione – Un Film dei Manetti Bros

Song ‘e Napule – Il poliziottesco secondo i Manetti

Dopo aver fatto irruzione nella fantascienza con il cinico “L’arrivo di Wang”, ed essersi sporcati le mani di sangue con lo splatter/horror “Paura 3D”, i Manetti Bros. sono “tornati a casa” confezionando una pellicola dal sapore nostalgico e dalla sceneggiatura scoppiettante: Song ‘e Napule. Che i Manetti amassero il genere poliziesco lo si era evinto dalla serie tv di successo con Giampaolo Morelli, “L’ispettore Coliandro”, un vero e proprio omaggio ai film di genere  degli anni settanta e ottanta che vedevano Tomás Milián prestare il volto al truce ispettore Nico Giraldi. La nuova pellicola di Marco e Antonio Manetti, che può già essere considerata un vero e proprio cult del genere, è un po’ una summa di tutti i loro lavori fin qui prodotti; un’opera che non potrà non catturare tutti i cultori di un tipo di cinema ormai desueto che noi italiani sapevamo fare molto bene.

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Napoli. Paco Stillo (Alessandro Roja) è un giovane pianista disoccupato che viene assunto in Polizia dal Questore Vitali (Carlo Buccirosso) tramite raccomandazione dai piani alti. Il suo lavoro prosegue senza troppi imprevisti al deposito giudiziario finché un giorno, suo malgrado, le sue doti musicali finisco per gettarlo nell’azione sotto il comando del Commissario Cammarota (Paolo Sassanelli). Il compito di Paco sarà quello di prendere il posto del pianista del gruppo di Lollo Love (Giampaolo Morelli), cantante neomelodico di grande successo a Napoli, sotto il falso nome di Pino Dinamite, e di infiltrarsi al matrimonio della figlia di un importante boss della Camorra per catturare lo spietato killer Ciro Serracane (Peppe Servillo). Le cose si complicheranno quando Paco comincerà ad affezionarsi a Lollo Love e a sua sorella Marianna (Serena Rossi). Ce la farà lo sfortunato pianista a celare la sua identità fino alla fine e a portare a termine l’arresto di Serracane conquistandosi così il rispetto del Commissario Cammarota?

Il ritorno al genere poliziottesco porta la firma dei Manetti Bros., incredibili cineasti capaci di reinventarsi ad ogni nuovo film proponendo al pubblico storie sempre ricche di pathos e girate in modo impeccabile. Gran parte della buona riuscita dell’opera va riconosciuta al cast, in particolare Giampaolo Morelli, anche autore del soggetto, la cui esperienza giova ad una storia intricata e dalle imprevedibili sfumature. Di quel cinema che negli anni 70 spopolava in Italia portando alla ribalta figure di tutori della legge dal pugno di ferro immersi in una realtà urbana ai confini della legalità, l’opera dei Manetti riprende, aggiornandoli, quegli archetipi che ancor oggi sono tanto impressi nell’immaginario collettivo del pubblico: i banditi dallo sguardo torvo capaci delle violenze più inaudite, gli inseguimenti per i vicoli stretti della città a bordo di un’immancabile Alfa Romeo e la forte ironia che coinvolge lo spettatore sin dalla prima scena con il Questore Vitali.

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Lo sguardo che i fratelli Manetti rivolgono al capoluogo partenopeo e ai suoi abitanti è uno sguardo carico di ammirazione e rispetto: le strade napoletane, così irregolari e chiassose, sprigionano un’energia che nemmeno la Camorra può imprigionare; racchiudono i sogni di una cittadinanza da sempre vessata ma in grado, alla fine, di rinascere dalle proprie ceneri e di imparare dai propri errori. Senza dubbio1 è un’altra piccola perla che i Manetti Bros. regalano al nostro cinema; una delle rare volte in cui lo stereotipo socio-culturale viene utilizzato con sapienza per veicolare un preciso messaggio di speranza, non solo ad una città tanto amata come Napoli, ma  ad un’intera nazione ancora in grado, nonostante tutto, di ridere delle proprie contraddizioni.

Regia: Antonio Manetti – Marco Manetti Con: Alessandro Roja – Giampaolo Morelli – Serena Rossi – Paolo Sassanelli – Peppe Servillo – Antonio Pennarella – Juliet Esey Joseph – Antonello Cossia – Marco Mario De Notaris – Ciro Petrone – Franco Ricciardi – Ivan Granatino – Antonio Buonuomo – Carlo Buccirosso Anno: 2013 Durata: 114 Min Paese: Italia Distribuzione: Microcinema Distribuzione
Song ‘e Napule - Il poliziottesco secondo i Manetti Dopo aver fatto irruzione nella fantascienza con il cinico “L’arrivo di Wang”, ed essersi sporcati le mani di sangue con lo splatter/horror “Paura 3D”, i Manetti Bros. sono “tornati a casa” confezionando una pellicola dal sapore nostalgico e dalla sceneggiatura scoppiettante: Song ‘e Napule. Che i Manetti amassero il genere poliziesco lo si era evinto dalla serie tv di successo con Giampaolo Morelli, “L’ispettore Coliandro”, un vero e proprio omaggio ai film di genere  degli anni settanta e ottanta che vedevano Tomás Milián prestare il volto al truce ispettore Nico Giraldi. La…
Commento Finale - 85%

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Song ‘e Napule è un’altra piccola perla che i Manetti Bros. regalano al nostro cinema; una delle rare volte in cui lo stereotipo socio-culturale viene utilizzato con sapienza per veicolare un preciso messaggio di speranza, non solo ad una città tanto amata come Napoli, ma ad un’intera nazione ancora in grado, nonostante tutto, di ridere delle proprie contraddizioni.

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About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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