Caterina: Il bel documentario di Francesco Corsi rappresenta alle nuove generazioni la figura iconica di Caterina Bueno, raccoglitrice per decenni dei canti popolari della tradizione italiana come attenta testimone di un mondo perduto.
Il folk italiano ha un nome ed è quello di Caterina Bueno, artista protagonista negli anni 60 e 70 di un certosino lavoro di ricerca e diffusione del canto popolare e contadino che ha dato lustro e diffusione ad un repertorio popolare che altrimenti avrebbe fatto perdere velocemente le sue tracce. Figlia d’arte di una scrittrice svizzera e di un pittore spagnolo, Caterina fin da piccolissima inizia a registrare tra osterie e mercati elementi della tradizione orale popolare e contadina che grazie al suo lavoro diventano lentamente parte del patrimonio culturale collettivo. Un lavoro di diffusione e di conservazione della memoria magistrale che raggiunge anche la scena internazionale e palchi blasonati come quelli divisi con Dario Fo o Francesco De Gregori.
Cosa funziona in Caterina
Caterina Bueno è una figura poco nota alle nuove generazioni tuttavia talmente carismatica da riuscire, attraverso questo documentario, a interessare anche coloro che non la conoscevano precedentemente. Il lavoro di Francesco Corsi infatti rappresenta l’affascinante testimonianza di un mondo contadino oggi completamente trasmutato dalla modernità che è riuscito a cogliere anche i primi segnali di quel mutamento culturale e sociale che stava per travolgere l’Italia. Il lavoro della Bueno è paragonabile in questo ultimo aspetto a quello di Pasolini, a tratti ricordato nel documentario.
Perché non guardare Caterina
Questo documentario è una appassionante opera, umana ed artistica, che però potrebbe non essere adatta a coloro che non sono amanti della tradizione cantautoriale italiana degli anni 70 e della canzone folkloristica.
Pluripremiato al Festival dei Popoli 2019, il documentario Caterina ben rappresenta, oltre alla testimonianza di una rilevante personalità artistica, anche le caratteristiche del mondo cantautorale italiano del dopoguerra travolto anch’esso dall’appiattimento culturale della modernità.