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Racconti di Cinema – Criminal di Ariel Vromen con Kevin Costner, Tommy Lee Jones e Gary Oldman

Oggi vi parliamo di un film del 2016, uscito nelle nostre sale, distribuito dalla Notorious Pictures, nell’Aprile dello stesso anno, ovvero Criminal di Ariel Vromen.

Un regista con un curriculum onestamente non ricchissimo che, però, c’aveva in parte stupito con l’interessante e disturbante Iceman. Film non certamente memorabile che però era una riflessione non del tutto banale sul Male, sulle ragioni nascoste che spingono un uomo a diventare un assassino efferato poiché pressoché obbligato dalle sfortunate circostanze a intraprendere un’irrimediabile vita criminale.

Sì, dopo quest’apologia romanzata sulla vita del vero di Richard Kuklinski, Vromen ha girato quest’altro film da noi preso in analisi. Guarda un po’, dal titolo Criminal. Pura, casuale circostanza oppure Vromen, malgrado non abbia dimostrato sin a questo momento di possedere doti autoriali di rilievo, davvero si è pensato, dopo un mezzo film piuttosto riuscito, un cineasta capace di realizzare, appunto, film a forti tematiche dicotomiche incentrate sulle zone d’ombra oscure delle nostre umani personalità contorte e specularmente simmetriche nel loro diametralmente opposto, paradossale, sfiorarsi e combaciarsi come fossero il rovescio della stessa medaglia, l’unicum similare, attraente, indivisibile dell’anima nostra perennemente dominata da indissolubili, tormentosi demoni interiori?

Sì, dopo Iceman, Vromen dev’essersi montato la testa e ha provato a girare un film d’azione, tirandosela appunto da autore. Ci ha provato, ma gli è andata malissimo.

Perché Criminal è piuttosto invedibile, un film indifendibile. E non è neppure un guilty pleasure, cioè una di quelle pellicole talmente pasticciate e impresentabili da diventare assurdamente godibili.

È un film brutto, incolore e insapore. Un’immediata, cestinabile sciocchezzuola sin dal suo assunto improponibile, fantascientificamente poco attendibile.

Questa infatti la trama…

Bill Pope (Ryan Reynolds), agente per conto della CIA, viene assassinato. Era il portavoce di alcuni segreti importantissimi per evitare un disastro nucleare, ordito da un anarchico spagnolo, Xavier Heimdahl (Jordi Mollà).

Al che, il suo capo Quaker Wells (Gary Oldman) ingaggia un medico rivoluzionario, il Dr. Franks (Tommy Lee Jones), affinché trasferisca la memoria del suo uomo ucciso in missione nella mente di Jerico Stewart (Kevin Costner), un sociopatico segregato in una prigione di massima sicurezza, un uomo senz’alcuno scrupolo di coscienza, incapace di provare empatia per chiunque, anaffettivo e totalmente inadeguato alla vita normale. Tanto per essere eufemistici.

Ovviamente, l’esperimento non va esattamente per il verso giusto…

Gli sceneggiatori di The Rock e Colpevole d’innocenza, Douglas Cook e David Weisberg, nonostante i film appena citati non è che si possano propriamente definire dei capolavori, in questo caso hanno fatto ben di peggio. Almeno, The Rock e Colpevole d’innocenza, nella loro rozzezza spontanea, erano tutto sommato innocui, semplice entertainment senza troppe pretese.

Criminal invece è un abominevole incrocio tra Face/OffRoboCop e la cyber-fantascienza più stupida e bambinesca mischiata a un film già fallito in partenza. Roba da far rivoltare Philip K. Dick nella tomba.

Criminal è grossolano, mal girato, privo d’ogni possibile, attrattiva forza introspettiva.

Ove Kevin Costner, in un ruolo per lui assolutamente inusuale da villain burlone e manesco, con la sua recitazione sopra le righe, gigionesca oltre ogni legale limite, dapprima con capelli lunghi posticci e poi con una rasatura ancor più imbarazzante, nel suo scriteriato desiderio di spiazzarci con una performance per lui, appunto, inedita, credo che volesse dare al suo odioso personaggio perfino un tocco di grazia simpatica.

Il risultato è stato disastroso.

Non da meno gli è stato Tommy Lee Jones, chiamato qui Dr. Franks, chiarissima allusione al dottor Frankenstein.

Mi par inutile sottolineare che Lee Jones nella parte di un medico caritatevole è credibile quanto Kevin Costner nella parte del cattivo “cool”.

Eh sì, la direttrice di casting Elaine Granger deve aver bevuto parecchio prima di scegliere gli attori protagonisti di questo film né carne né pesce.

Se Costner e Lee Jones sono state due scelte folli, scialbo è pure Gary Oldman, accessoria la presenza di Gal Gadot, evanescente in ogni senso quella di Ryan Reynolds, ma la punta massima d’inadeguata scelta attoriale la tocchiamo con l’entrata in scena di Michael Pitt nella parte dell’hacker detto l’olandese.

Dobbiamo aggiungere altro?

Criminal dura anche parecchio, un’ora e cinquantatré minuti.

Costner, sì, interpreta qui la parte di un criminale affetto da un grave sottosviluppo del lobo frontale.

Ma Ariel Vromen, nel girare questo film cinematograficamente criminoso, non deve essere stato meno cerebroleso.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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