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Pinocchio (2019) – Quella volta che Ceccherini salvò baracca e burattini

Pinocchio (2019) dopo una gestazione durata diversi anni, e una co-produzione tra Italia-Francia-Inghilterra dal budget di 11 milioni di euro, Matteo Garrone ha reso finalmente disponibile al mondo la sua trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Carlo Collodi. Una versione dell’indimenticabile bambino di legno visivamente entusiasmante con una narrazione che strizza l’occhio alla commedia.

Geppetto (Roberto Benigni) è un uomo solo che si guadagna a malapena da vivere come falegname. Povero e con poche prospettive di successo, l’uomo decide di fabbricare un suo burattino di legno per girare il mondo dopo avere ammirato la bellezza delle marionette di Mangiafuoco (Gigi Proietti) giunto in paese con il suo teatro ambulante. Per realizzare il suo sogno chiede in prestito un ciocco di legno al suo amico e collega Mastro Ciliegia (Paolo Graziosi) che spaventato da un pezzo di legno apparentemente vivo decide di regalarglielo.

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Geppetto inizia così a costruirsi il suo burattino che decide di chiamare Pinocchio (Federico Ielapi) che si dimostra fin dall’inizio vivo e senziente. Scosso dal suo capolavoro, Geppetto, decide di presentarlo al mondo come suo figlio ma Pinocchio, nonostante la riconoscenza nei confronti del suo creatore e genitore, non lo ascolta, sedotto dal fascino del sentirsi finalmente vivo e libero. Una serie di disavventure lo porteranno lontano dal suo affettuoso genitore che partirà a sua volta alla ricerca dell’amato figlio.

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Cosa funziona in Pinocchio (2019)

La prima cosa che salta agli occhi di questa nuova trasposizione di Matteo Garrone è la potente e ammaliante potenza visiva. Come per i suoi precedenti lavori il regista romano mette in scena un impianto artistico e stilistico dal grande impatto visivo, figlio della sua formazione pittorica e della sua sconfinata passione per l’arte. Lo stesso Garrone in conferenza stampa ha affermato che per la sua nuova fatica si è ispirato alle tavole dei Macchiaioli e ai disegni di Enrico Mazzanti, storico illustratore della prima edizione in volume di Pinocchio. La bellezza del risultato finale è riconoscibile e palpabile in ogni frammento di uno dei film italiani tecnicamente più belli e imponenti del nostro cinema moderno. Questa sua capacità di rappresentare il fantastico, con l’aiuto di artigiani e artisti come Dimitri Capuani (scenografia) e Massimo Cantini Parrini (costumi), era già emersa prepotentemente con il fiabesco Il racconto dei racconti – Tale of Tales, e in questa sua nuova opera si riconferma ancora più prepotentemente.

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La scelta di volti italiani e di attori azzeccati come Benigni, Proietti, Ceccherini, Papaleo e una serie di caratteristi impeccabili, in cui spicca l’ottima interpretazione di Teco Celio (il giudice Gorilla), completano un quadro tecnico e artistico di assoluto livello. Menzione particolare la merita il piccolo e bravo Federico Ielapi che per impersonare il famoso burattino di legno ha sopportato 4 ore di trucco giornaliero, anche perché come detto scherzosamente dal giovane attore “dopo tanta sofferenza mi pagano”.

Guarda il video del nostro incontro con il cast di Pinocchio (2019)

La sua alchimia con il resto del cast, sopratutto con il grandissimo Roberto Benigni, che illumina lo schermo ad ogni suo ingresso (memorabile la scena della taverna ad inizio film), sono il fulcro di un’opera ammaliante e adorabile, capace di conquistare il cuore dello spettatore grazie al sapiente uso di una comicità intelligente, un umorismo buono nascosto in un tessuto narrativo drammatico di questa immortale metafora della condizione umana di Collodi. Questa nuova impronta graffiante è figlia della collaborazione tra lo stesso Garrone e Massimo Ceccherini che oltre al ruolo della Volpe ha vestito anche i panni dello sceneggiatore alleggerendo, a detta dello stesso regista, una scrittura fin troppo fedele al testo originale. Del resto lo stesso attore toscano aveva già portato una sua bizzarra e indimenticabile versione di Pinocchio a teatro. La sua presenza ha probabilmente salvato l’impianto narrativo del film da una struttura che poteva risultare poco scorrevole agli occhi dello spettatore come precedentemente accaduto con il già citato Il racconto dei racconti – Tale of Tales.

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Perché non guardare Pinocchio (2019)

Visivamente e tecnicamente sontuoso il film manca in parte di emotività che potrebbe risultare caustica per gli spettatori più esigenti . Gli unici momenti ad alto tasso emotivo sono quando entra in scena il nostro ultimo premio Oscar come miglior attore protagonista nel lontano 1999. Non è neanche colpa della nuova e marcata linea ironica. Il tutto è talmente perfetto e pulito che probabilmente i più distratti resteranno più ammaliati dall’impatto scenico che dal profondo tessuto umano.

Pinocchio (2019) è in sala dal 19 dicembre con 01 Distribution.

Regia: Matteo Garrone Con: Federico Ielapi, Roberto Benigni, Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Alida Baldari Calabria, Alessio Di Domenicantonio, Maria Pia Timo, Davide Marotta, Paolo Graziosi, Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, Marcello Fonte, Teco Celio, Enzo Vetrano, Nino ScardinaAnno: 2019 Durata: 125 min. Paese: Italia, Gran Bretagna, Francia Distribuzione: 01 Distribution

About Davide Belardo

Editor director, ideatore e creatore del progetto Darumaview.it da più di 20 anni vive il cinema come una malattia incurabile, videogiocatore incallito ed ex redattore della rivista cartacea Evolution Magazine, ascolta la musica del diavolo ma non beve sangue di vergine.

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