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The Darkest Minds – Da Grandi Poteri Derivano Grandi Responsabilità

The Darkest Minds: L’ultimo film targato 20th Century Fox avrebbe, almeno sulla carta, tutte le potenzialità per diventare il nuovo caso cinematografico in stile Hunger Games. Eppure, The Darkest Minds non sembra possedere quel je ne sais quoi che ha reso le precedenti saghe il successo di (in alcuni casi) critica e (più spesso) pubblico che sono oggi.

Ma vediamo perché.

La pellicola segue la storia di Ruby Daly (Amandla Stenberg), una delle ragazzine sopravvissute a un’epidemia che ha colpito esclusivamente i bambini, creando il panico in America. Una volta scoperto che i sopravvissuti sono in grado di sviluppare abilità sovrannaturali, questi vengono suddivisi in base a una tassonomia a colori – a seconda della pericolosità dei poteri – e mandati in campi di riabilitazione, dove si è apparentemente in procinto di trovare una cura per quella che dagli adulti è vista come una vera e propria malattia.

Grazie a un aiuto esterno, Ruby riuscirà a evadere da Thurmond, la più temibile delle strutture riformatrici. Durante la fuga, si unirà ad altri ragazzi come lei evasi dai campi nel disperato tentativo di raggiungere quello che si vocifera essere l’ultimo posto sicuro per loro: East River.

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Cosa funziona in The Darkest Minds

TDM è l’adattamento cinematografico di una saga letteraria Young Adult – composta da tre libri (The Darkest Minds, Never Fade, In The Afterlight), una serie di novelle, e uno spin-off, The Darkest Legacy – dell’autrice americana Alexandra Bracken.

I libri, come si evince anche dalla prolificità dell’autrice, hanno avuto grande successo in madrepatria, portando all’acquisizione dei diritti per un eventuale trasposizione in tempi abbastanza brevi.
Ben strutturati e con una scrittura scorrevole e accattivante, l’originale cartaceo offre un’ottima base per un agile passaggio page-to-screen, operazione che di solito risulta abbastanza macchinosa – spesso è più semplice creare una sceneggiatura quasi ex-novo, che restare ancorati ai dialoghi e alla costruzione originale delle scene -, ma che qui viene azzardata con una buona percentuale di riuscita.

Seppur affrettato per esigenze relative al minutaggio, il canovaccio della storia rispecchia infatti l’andamento della controparte cartacea, offrendo meno occasioni per dirottamenti non necessari, e riducendo notevolmente il numero di scene di cui si sarebbe tranquillamente potuto fare a meno.

Perché non guardare The Darkest Minds

Purtroppo però, ridurre quasi al minimo non è lo stesso che eliminare del tutto, e il film risente abbondantemente di una prevedibile ed eccessiva melensaggine – assai meglio diluita nei libri – che non aiuta di certo ad accattivarsi il pubblico.

Mentre possiamo ritenerci sommariamente soddisfatti dei personaggi secondari – Liam, Zu, Chubs e Cate non faticheranno a diventare dei fan favorite, mentre Clancy rimane… beh, molto Clancy -, i problemi maggiori sorgono con la costruzione del personaggio principale, Ruby, che qui viene dipinta esattamente come le tanto criticate Mary Sue delle fanfiction: “Mary Sue è un termine peggiorativo adoperato per descrivere un personaggio immaginario, in genere femminile che si attiene alla maggior parte dei cliché letterari più comuni, ritratto con un’idealizzazione eccessiva, privo di difetti considerevoli e soprattutto che ha la funzione di realizzare e autocompiacere i desideri dell’autore.” come dice Wikipedia.

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La Ruby dei libri è decisamente più “sopportabile” e umana, mostrando forza e tenacia assieme a una vulnerabilità che la rende un main character nel quale è più semplice identificarsi, e per cui è molto più naturale fare il tifo.

La Ruby del film, invece, risulta per lo più lagnosa e poco digeribile.

Probabilmente, è da ritenersi erronea anche la scelta di casting: al di là di preferenze personali, è un dato di fatto che la Stenberg sia ormai ovunque, con una certa propensione proprio per gli adattamenti Young Adult. Ma la bravura e la (supposta) versatilità di un’attrice, non garantiscono necessariamente il suo essere adatta per qualsiasi ruolo, e in The Darkest Minds appare piuttosto evidente come questa sia un “pesce fuor d’acqua”.

Dimenticatevi quindi la Rue di Hunger Games, perché nonostante la buona interpretazione di allora, in quel caso non si trattava di portare sulle spalle il peso di un film intero (cosa che invece sembra riuscirle alla grande in The Hate U Give, tutt’altro genere rispetto a TDM).

È facile quindi capire come The Darkest Minds non riesca a centrare in pieno l’obbiettivo, fallendo nel raggiungere il suo massimo potenziale.

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Sperando in un risultato al botteghino sufficiente per generare un sequel – obbiettivo complicato da raggiungere, almeno qui in Italia, mancando di un’agguerrita fanbase, che è invece presente oltreoceano -, e a sua volta in una migliore riuscita di questo, ci auguriamo che le pagine della Bracken possano continuare a vivere su pellicola… Solo con un’attenzione maggiore alla loro realizzazione.

The Darkest Minds sarà al cinema dal 14 Agosto, mentre il 10 Agosto vi saranno delle anteprime in alcune sale selezionate.

 Regia: Jennifer Yuh Nelson Con: Amandla Stenberg, Mandy Moore, Gwendoline Christie, Bradley Whitford, Harris Dickinson, Patrick Gibson, Wade Williams, Miya Cech, Skylan Brooks  Anno: 2018 Durata: 105 min. Paese: USA Distribuzione: 20th Century Fox

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