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Rimetti a noi i nostri debiti – La recensione del primo film italiano targato Netflix

Rimetti a noi i nostri debiti: Tre anni dopo l’arrivo di Netflix nel nostro Paese e a brevissima distanza dall’esordio di Suburra, prima serie italiana prodotta dal gigante di Los Gatos, sulla piattaforma di streaming online più famosa al mondo approda il primo film tricolore prodotto da Netflix stessa. 

Guido (Claudio Santamaria), dopo aver perso il proprio lavoro di tecnico informatico e non essere più riuscito ad ottenere un’occupazione stabile e solida, si ritrova attanagliato da un debito contratto per far fronte al suo stato di disoccupazione, costretto a elemosinare dal suo stravagante vicino di casa i soldi per le spese essenziali. Messo alle strette dalla società di recupero crediti incaricata della riscossione del suo debito, Guido offre il proprio tempo, sua unica risorsa rimasta, alle dipendenze della società. Al fianco dell’esperto Franco (Marco Giallini), scoprirà di essere portato nel mettere alle strette i debitori e gli insolventi, confrontandosi con un mondo ai limiti del disumano che non accetta debolezze o sentimentalismi.

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Cosa funziona in Rimetti a noi i nostri debiti

Netflix gioca sul velluto in occasione dell’esordio del suo primo lungometraggio made in Italy, assicurandosi due tra gli attori più blasonati del palcoscenico nostrano. Marco Giallini, da anni in costante stato di grazia recitativo (e interpretativo), con personaggi che stanno inevitabilmente lasciando un segno indelebile sul panorama cinematografico italiano (da Se Dio Vuole  a Loro Chi?, passando per l’iconico Perfetti Sconosciuti), e Claudio Santamaria , reduce dal roboante successo di Lo Chiamavano Jeeg Robot, si uniscono sotto la regia di Antonio Morabito (Il venditore di medicine) per dar vita ad un film drammatico non privo di aspetti che spaziano dal riflessivo all’ironico/satirico.

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I due cavalli di battaglia trainano la pellicola per tutta la sua durata, indirizzandone l’incidere e scandendone i ritmi. La coppia funziona e l’interazione tra le parti denota un’alchimia funzionale per il film. Nella riproposizione di uno schema “poliziotto buono-poliziotto cattivo” che si instaura dopo una parte più o meno introduttiva, il duo dà vita al coinvolgente (e, a tratti, irresistibilmente divertente, nella sua drammaticità) susseguirsi di scene incentrate sull’attività lavorativa. Il recupero crediti, attività socialmente disdicevole e malvista, diventa occasione per il libero sfogo dell’anima comica del film.

Il volto di Rimetti a noi i nostri debiti è però duplice, nascondendo nel suo lato scuro gli aspetti più duri e crudeli della “caccia ai debitori”, della vergogna del debitore riguardo il suo status. Dentro Guido convive un dualismo di sentimenti tipico di chi non appartiene ad un mondo che inghiottisce e digerisce ogni tipo di moralità: proprio per questo il suo personaggio, ben approfondito e dettagliato, incarna un’umanità di fondo che invece manca, volutamente, da quel personaggio “inumano” che è Franco.

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Perché non guardare Rimetti a noi i nostri debiti

Forse questo film non ha un vero senso. O meglio, sembra non averne. Al di là di moralistiche riflessioni sulla linea sottile dell’immoralità, al termine del film si fatica enormemente nel trovare un punto di arrivo, una summa, una chiusa. Rimetti a noi i nostri debiti sembra percorrere un sentiero infinito che non porta da nessuna parte: le gag rimangono fini a loro stesse, i risvolti drammatici non vanno incontro ad una fine diversa, il plot twist ha un esito che, oltre ad essere banale, non prova nemmeno a risolvere le possibili domande dello spettatore.

Scandagliando la struttura del film non si trova un vero finale perché Rimetti a noi i nostri debiti è rimasto ancorato alla stasi di un eterno inizio, una partenza che non trova reali sfoghi narrativi. Forse anche per il format streaming-televisivo a cui è indirizzata, l’opera non ha una direzione precisa, risolvendosi in una autoreferenziale, seppur validissima, prestazione dei suoi due protagonisti. Intorno a loro ruotano scialbe caricature attoriali prive di spessore: da Rina, incardinata nella sua mono-espressività disillusa e nel suo personaggio psicologicamente nullo, al Professore, delirante complottista caricatura di se stesso.

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Di fronte ad una coppia di assoluto livello e ad una regia convincente, seppur eccessivamente esitante e, in alcuni tratti, contemplativa, manca una sceneggiatura che possa supportare ciò che di ottimo Giallini-Santamaria portano sullo schermo. Rimetti a noi i nostri debiti non mancherà di divertire i suoi spettatori sul divano di casa, nelle parti concepite per questo scopo, mentre più difficilmente saprà farsi ricordare per l’incisività delle sue vicende. Dopo che Netflix ci ha insegnato come il suo contenuto televisivo di qualità sia ben lontano dall’essere quell’ “usa e getta” tipico del passato e più classico format casalingo, ha colpevolmente riproposto proprio quello che speravamo di vedere sempre meno spesso.

Regia: Antonio Morabito Con: Claudio Santamaria, Marco Giallini, Jerzy Stuhr, Flonja Kodheli, Agnieszka Zulewska Anno: 2018 Durata: 114 Min. Paese: Italia Distribuzione: Netflix

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