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Quel mostro di Steve Carell, analisi di una star    

Ecco, c’è un attore di Hollywood che i veri appassionati di Cinema conoscono a menadito ma è un nome che allo spettatore medio, assurdamente, ancora dice poco, sto parlando del grande Steve Carell.

Nato il 16 Agosto del 1962 a Concord, Massachusetts.

Un mostro di bravura, esuberanza e versatilità a cui, possiamo oramai dirlo con certezza, possono offrire i ruoli più disparati e sappiamo, abbiamo assodato che non ci deluderà. Perché è capace di passare da toni serissimi e drammatici a ruoli scanzonati, da allegrone, la sua mimica facciale possiede una gamma di espressioni così sottili e sfumate che nessun tipo di personaggio può essergli precluso. Sì, io sono uno che lo vedrebbe bene anche come temibile villain invincibile in un cinecomic o in un action adrenalinico sparatutto.

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Eppure, se Steve Carell compare in qualche copertina, credo che in pochi siano invogliati a comprare quella rivista. Perché non attira, almeno così di dice in giro, ha una faccia da modesto impiegato del catasto. Non è Michael Fassbender, non è più giovanissimo, non emana certamente quel sex appeal e non ha quella fotogenia che oggi paiono elementi indispensabili per far carriera.

Eppure, dopo tanti film per la televisione, ecco che il volto si Steve Carell fa il botto con 40 anni vergine e da allora è una lenta, quasi impercettibile ascesa maestosa verso film sempre più importanti che lo consacrano, annettendo a questa disamina naturalmente The Office per cui viene incensato di lodi. Tanto da risultare eccelso in Foxcatcher e La grande scommessa per cui riceve due sacrosante nomination all’Oscar.

L’anno scorso inoltre si è guadagnato un’altra candidatura ai Golden Globe per la sua performance disinibita nella Battaglia dei sessi ed è stato ampiamente lodato per l’ancora da noi purtroppo inedito Last Flag Flying di Richard Linklater.

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Ma credo che questo 2018 sarà definitivamente il suo anno per eccellenza. Lo vedremo infatti in tre pellicole di cui, statene certi, sentiremo parlare in grandi termini, ovvero Beautiful Boy di Felix Van Groeningen, con l’astro nascente Timothée Chalamet, difficile storia di un padre affettuoso e premuroso verso un figlio che ha problemi con la droga, nell’attesissimo The Women of Marwen di Robert Zemeckis e in Backseat di Adam McKay con Christian Bale ingrassatissimo nei panni di Dick Cheney.

Insomma, può starvi anche antipatico ma come si possono nutrire ancora ostinati dubbi sulle sue enormi qualità attoriali?

Un attore monstre che mi ricorda il mitico Peter Sellers.

About Stefano Falotico

Scrittore di numerosissimi romanzi di narrativa, poesia e saggistica, è un cinefilo che non si fa mancare nulla alla sua fame per il Cinema, scrutatore soprattutto a raggi x delle migliori news provenienti da Hollywood e dintorni.

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