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Nella Tana dei Lupi: poliziesco e rapine nell’heist movie con Gerard Butler

Successo sorprendente e significativo negli USA, Nella Tana Dei Lupi arriva anche in Italia dal 5 aprile. Diretto da Christian Gudegast, con Gerard Butler protagonista.

Per Nella Tana Dei Lupi (Den Of Thieves, USA, 2018), l’autore unico Christian Gudegast ha deciso di giocarsi le carte pesanti. Dopo una carriera da “riparatore” all’interno della strutturatissima industria cinematografica americana (lavori quasi sempre non accreditati da revisore e produttore esecutivo in campo action), lo sceneggiatore statunitense ha capito che non poteva permettersi di andare al risparmio sulla sua opera prima. Se, come ormai sembra, nel mondo in crisi delle sale ogni prodotto di livello medio non associato ad un brand già noto è destinato a floppare e sparire in fretta, allora tanto vale lasciarsi dietro l’opera della vita. Nella Tana Dei Lupi è un film senz’altro mediocre, ma dalla bizzarra sensazione di contare per i suoi autori molto più di quanto non faccia per gli spettatori. Gudegast ha convocato Gerard Butler, per cui aveva collaborato alla sceneggiatura di Attacco al Potere 2, e costruito attorno a lui un poliziesco massiccio, datato, ingenuo e ambizioso. Il successo economico assolutamente imprevedibile del suo film deve aver stupito lui per primo.

La trama di Nella Tana Dei Lupi è un classico canovaccio degli heist movies, esauritosi definitivamente almeno dal 1995, quando con Heat Michael Mann ne elaborò la versione definitiva e mai più eguagliata: la storia della sfida a distanza tra poliziotto e rapinatore alla vigilia dell’ultima grande rapina. In Nella Tana Dei Lupi, che al capolavoro di Mann guarda con occhio adorante, il “buono” è il violento e problematico sbirro O’Brien (Butler), spregiudicato e amorale, votato al lavoro e dalla vita privata a pezzi. Suo compito sarà anticipare e fermare la rapina del secolo pianificata da Merrimen (Pablo Schreiber), ex-marine reinventatosi ladro professionista. Contornano le due fazioni di poliziotti e criminali, una serie di volti di caratteristi crime quali Evan Jones, O’Shea Jackson, il buon vecchio 50 Cent.

Perché Vedere Nella Tana Dei Lupi

Nella Tana Dei Lupi è un prodotto estremamente generico. A patto di non aspettarsi un nuovo The Town, dirsi delusi è difficile: c’è letteralmente tutto quello che ci deve essere nell’heist movie moderno, a livello di dialoghi, situazioni, personaggi. L’originalità è una chimera, ma la professionalità compensa.
A spiccare nel contesto da direct-to-video generale è, per contrasto, Gerard Butler, che si dà anima e corpo all’overacting più guittesco e finisce, come spesso capita in queste situazioni, nel risultare la cosa migliore o la cosa più irritante del film in base ai gusti di chi guarda. Meno bene Schreiber i suoi fuorilegge: volti televisivi arcinoti ma troppo palesemente carenti in carisma per fare da contraltare credibile all’esagitato protagonista.
Per il resto, quando c’è da andare al sodo, Nella Tana Dei Lupi fa il suo. Le sparatorie sono tese e articolate, il climax della maxi-rapina è scritto bene e montato con maestria. C’è l’abilità di chi questo tipo di produzioni le conosce, e sa farle funzionare.

Cosa non funziona in Nella Tana Dei Lupi

Nella Tana Dei Lupi doveva essere un progetto covato da una quindicina d’anni almeno, e si sente. I punti di riferimento sono come detto quei particolari polizieschi d’azione di metà anni novanta, periodo in cui attori e registi di un certo calibro erano soliti cimentarsi uno dopo l’altro con il sotto-genere dei film di rapine. L’idea del progetto Den Of Thieves sarebbe quella di sposare il dramma epico di Heat con la nuova e più infantile estetica Fast & Furious delle grandi “famiglie” allargate e multiculturali, con i personaggi finti-cattivi che vivono come una comune, rappresentano a modo loro i reietti della società e ne portano avanti la rivalsa attraverso una criminalità patinata e carica di swag (niente civili morti, rubare solo quello che ci serve ecc). Una baracconata di basso profilo, leggera e avvincente, che nelle ambiziose mani di Gudegast viene gonfiata fino a sembrare un contender da Oscar: senza senso della misura né del ridicolo, Nella Tana Dei Lupi si prende quasi due ore e mezza per tirare in ballo sottotrame inutili, storie personali, comparse invadenti. Tempistiche assurde per quello che, alla base, è il tipo di film che ci si aspetterebbe di vedere direttamente in tv. Puntellano il tutto una serie di richiami espliciti ad altri piccoli classici del genere (da The Italian Job a I Soliti Sospetti) che dire goffi è poco. Il risultato è un competente b-movie che gioca maldestramente a fingersi kolossal.

Piccolo film a basso budget colpevolmente diluito in un mare di minutaggio inutile, Nella Tana Dei Lupi vuole giocarsela nel campionato di Michael Mann e chiaramente perde. Ha qualche scena e qualche attore, ma cerca e vuole troppo. Eppure, una volta tanto l’incoscienza paga: flop annunciato, Nella Tana Dei Lupi è stato un piccolo botto in patria, e senza che nessuno se lo aspettasse Gudegast e Butler si sono ritrovati con un sequel già commissionato in agenda. Per un lavoro così tanto voluto, è il lieto fine migliore.

Regia: Christian Gudegast, Con: Gerard Butler, 50 Cent, O’Shea Jackson, Pablo Schreiber, Evan Jones, Dawn Olivieri Anno: 2018 Nazione: USA Distribuzione: Lucky Red Durata: 140 min

About Saverio Felici

(Roma, 1993) Lavora nei campi dell'editoria e della produzione audiovisiva. Scrive e collabora tra gli altri con Point Blank, Nocturno e Cineforum.

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